Three great mysteries there are in the lives of mortal beings: the mystery of birth at the beginning; the mystery of death at the end; and, greater than either, the mystery of love.
Everything that is most precious in life is a form of love. Art is a form of love, if it be noble; labor is a form of love, if it be worthy; thought is a form of love, if it be inspired.
You don't know what love is. Quando ci siamo incontrati la prima volta io e Mark per arrangiare i pezzi, abbiamo navigato abbondantemente in Music Store per scaricare ed ascoltare il maggior numero di versioni possibile, per non creare inutili doppioni.
Mark ha poi imbracciato la sua chitarra, ed ha incominciato a suonarmi questo tala indiano in 7 quarti, come fosse una tampura e dovesse accompagnare un mantra. Io, naturalmente, ho incominciato a improvvisarci su usando un raga tipico, strana scala con la 9a minore, la 3a maggiore, la 6a minore, la 7a maggiore...
...Nel canto dei raga ind si lavora dentro di s, e non fuori, cercando di far vibrare, mettendoli in moto, i propri chakra, gli organi interni, e gli stati di coscienza corrispondenti. Una contemplazione del suono, insomma.
E' nello stesso periodo, mentre preparavo l'interpretazione del brano, che mi ritrovai una sera al tramonto su una collina del verde Tennessee, a cantare insieme con migliaia di cicale, in pace col mondo e in armonia con l'universo. Questo fatto l'ho raccontato poi nell'introduzione di Summertime, penultimo brano del disco...
Quando abbiamo registrato con Ira Sullivan, lui ha avuta l'idea geniale di usare i flauti, in particolare il flauto contralto, che ha una voce cos sublime e misteriosa, che rarissimo ascoltare. In pi, Ira usa gli armonici per intrecciarsi con me che avevo preso ad emetterli durante la mia improvvisazione iniziale.
Alla fine del brano abbiamo lentamente aperto gli occhi e tirato su il viso per guardarci tutti. L'atmosfera era stata veramente magica, e cos intensa! Al di qua del vetro di regia, dove io stavo registrando la voce per tenerla isolata dagli strumenti, in quel momento io ed il mio sound engineer Allen Smith ci siamo ritrovati chini, a mani giunte, in preghiera, con Ira che ci guardava sorridente e placido, felice di essere stato capito, sereno nell'averci interiorizzati tutti in quel suo sottile e riservato ricamo.
Questo brano in sestetto: Mark Boling, Rusty Holloway, Keith Brown, Ira Sullivan ed io, con Carlos Fernandez alle percussioni.