mercoledì, marzo 30, 2005
Ritorno a Knoxville
Stamattina partenza da Miami, grandi addii con la famiglia Donato e un bel po' di tristezza. Certo che mangiate stratosferiche che ci siamo fatti! Ieri sera festa d'addio col barbecue in bordo piscina, e ancora Passito di Pantelleria.
Ho vagabondato per aereoporti per tutta la mattina, bevuto caffe' da Starbuck's, fatto colazione da Cinnabon (temibili rolls alla cannella con glassa ovunque e cioccolato nel mezzo), e pranzato cinese ad Atlanta.
A Knox c'era Patty Coker a prendermi, per la quale avevo portato da Miami una cassa di manghi, anzi meangoez, squisiti.
Eccomi dunque risistemata nella mia casetta bianca col pianoforte a coda...
Ho appena fatto la spesa, a piedi da Kroger, ma all'uscita ho incontrato Ginny che mi ha dato un passaggio in Cadillac fino a casa. Ho cambiato macchina, mi dice, la Jaguar era troppo infossata per il mio collo.
Ho vagabondato per aereoporti per tutta la mattina, bevuto caffe' da Starbuck's, fatto colazione da Cinnabon (temibili rolls alla cannella con glassa ovunque e cioccolato nel mezzo), e pranzato cinese ad Atlanta.
A Knox c'era Patty Coker a prendermi, per la quale avevo portato da Miami una cassa di manghi, anzi meangoez, squisiti.
Eccomi dunque risistemata nella mia casetta bianca col pianoforte a coda...
Ho appena fatto la spesa, a piedi da Kroger, ma all'uscita ho incontrato Ginny che mi ha dato un passaggio in Cadillac fino a casa. Ho cambiato macchina, mi dice, la Jaguar era troppo infossata per il mio collo.
domenica, marzo 27, 2005
HAPPY EASTER EV'RYBODY!
Sveglia alle 4, partenza alle 5 al canto generale di "the wonderful wizzard of Oz" sull'incredibile ed enorme van dei Donato, coi figli a guardare un film di animazione sullo schermo purtroppo davanti a me che sedevo dietro. Arrivo alle 6 a nord di Palm Beach. Joe imbraccia il sax soprano, e via a improvvisare sulla spiaggia insieme agli altri musicisti che erano gia' li' da un po'.
Una grande croce innalzata, decorata con stelle marine e fiori, e tutti nella magica attesa dell'alba della Pasqua. Grande energia, grande commozione, e delfini che saltano molto vicino alla riva, in mezzo a belle onde che si frangono schiumose e languide.
Un'attesa solenne, tutti a guardare diminuire l'ombra, a intuire come e dove e con che forma il sole sarebbe uscito dal mare. Momenti di lungo e intenso silenzio nelle improvvisazioni, aspettando il prossimo flusso di ispirazione.
Poi, mentre i raggi rosa e oro bucano il fondo del cielo, subito prima che appaia il grande disco rosso del sole, Joe intona Morning Has Broken di Cat Stevens.
Quando il sole e' finalmente ben visibile sullo sfondo di cielo e mare, viene suonata una lunga campana, e tutti ci alziamo e ci scambiamo gli auguri e grandi hugs. In un'atmosfera decisamente seventies, fra grandi gonne lunghe e casacche dipinte a palmeti e fiori, il gesto di pace assume sfumature dimenticate, e molto cuore, nell'ingenuita' dei partecipanti. Alle 7 si riparte, c'e' un rifresco nel giardino di un artista delle Bahamas che colleziona pezzi di roba vecchia e la ricompone, e la casa e' molto spiritosa, piena di oggetti incongrui e avvisi appesi per gioco: un pezzo di un relitto con la scritto SO LONG NO SEA e una vecchia macchina fotografica a soffietto che avvisa all'entrata SECURITY CAMERA, dopo aver oltrepassato un cartello che dice I'M ALWAYS HERE UNLESS I'M GONE.
I bambini piu' piccoli erano tutti sguinzagliati nel giardino in cerca delle uova colorate nascoste la sera prima dai genitori nei vasi e nelle aiuole. Correvano e si accucciavano con grandi cappelli di paglia e piccoli canestri rosa e verde pallido, visibilmente emozionati che il Coniglio di Pasqua avesse visitato i luoghi durante il loro sonno.
L'anno scorso, mi dicono, c'era sulla stessa spiaggia una intera congregazione di una Chiesa Battista e quindi nera che faceva un battesimo nell'acqua del mare, con tanto di inni, gospel e halleluyah a tutta randa. Quest'anno ci sono troppi squali, hanno rinunciato.
Bere Mimosa alle 8 del mattino, anche se accompagnata da numerosi pasticcini e uova sode, e' stata un'esperienza.
Una grande croce innalzata, decorata con stelle marine e fiori, e tutti nella magica attesa dell'alba della Pasqua. Grande energia, grande commozione, e delfini che saltano molto vicino alla riva, in mezzo a belle onde che si frangono schiumose e languide.
Un'attesa solenne, tutti a guardare diminuire l'ombra, a intuire come e dove e con che forma il sole sarebbe uscito dal mare. Momenti di lungo e intenso silenzio nelle improvvisazioni, aspettando il prossimo flusso di ispirazione.
Poi, mentre i raggi rosa e oro bucano il fondo del cielo, subito prima che appaia il grande disco rosso del sole, Joe intona Morning Has Broken di Cat Stevens.
Quando il sole e' finalmente ben visibile sullo sfondo di cielo e mare, viene suonata una lunga campana, e tutti ci alziamo e ci scambiamo gli auguri e grandi hugs. In un'atmosfera decisamente seventies, fra grandi gonne lunghe e casacche dipinte a palmeti e fiori, il gesto di pace assume sfumature dimenticate, e molto cuore, nell'ingenuita' dei partecipanti. Alle 7 si riparte, c'e' un rifresco nel giardino di un artista delle Bahamas che colleziona pezzi di roba vecchia e la ricompone, e la casa e' molto spiritosa, piena di oggetti incongrui e avvisi appesi per gioco: un pezzo di un relitto con la scritto SO LONG NO SEA e una vecchia macchina fotografica a soffietto che avvisa all'entrata SECURITY CAMERA, dopo aver oltrepassato un cartello che dice I'M ALWAYS HERE UNLESS I'M GONE.
I bambini piu' piccoli erano tutti sguinzagliati nel giardino in cerca delle uova colorate nascoste la sera prima dai genitori nei vasi e nelle aiuole. Correvano e si accucciavano con grandi cappelli di paglia e piccoli canestri rosa e verde pallido, visibilmente emozionati che il Coniglio di Pasqua avesse visitato i luoghi durante il loro sonno.
L'anno scorso, mi dicono, c'era sulla stessa spiaggia una intera congregazione di una Chiesa Battista e quindi nera che faceva un battesimo nell'acqua del mare, con tanto di inni, gospel e halleluyah a tutta randa. Quest'anno ci sono troppi squali, hanno rinunciato.
Bere Mimosa alle 8 del mattino, anche se accompagnata da numerosi pasticcini e uova sode, e' stata un'esperienza.
venerdì, marzo 25, 2005
SCORDATILLO FOREVER (NEL GIARDINO DI JOE)
Quanto e' importante nel canto la sinestesia?
??
I mean, nell'improvvisazione, nel canto scat?
?!?
Secondo te e' importante? I mean, quando canti io non sento solo note, altezze, ma colori, timbri... Insomma, sento che really assapori ogni nota, you taste it, it flavours...
Questa la domanda a bruciapelo della giovane donna in vacanza a Miami, che mi porge un foglio e mi chiede l'autografo saltando fuori sal pubblico mentre scendo dal palco.
Sapete com'e'... Il mio lavoro sui timbri, i colori, le armoniche e' il lavoro di una vita, che in Italia solo pochi percepiscono. Uno rimane perplesso, a sentirsi fare domande del genere: nemmeno fosse spuntato fuori improvvisamente un giornalista furbo, o un critico intelligente.
E' che qui i musicisti fanno i critici, i critici suonano da Dio, e Dio e' ovvio che conosce l'armonia a menadito e che improvvisa come un dannato, visto che nelle chiese si suona il jazz.
Insomma, stamattina come al solito col jet lag alle 5 avevo l'occhio pallato. Dopo una lunga conversazione con me stessa sono riuscita a convincermi a rimanere ancora a letto, e cosi' finalmente mi sono alzata ad un'ora possibile. Colazione luculliana, e poi passeggiata con Joe, cui spiego i problemi di didattica dei nostri luoghi, la lentezza di apprendimento che provoca probabilmente la nostra provenienza classica...
Scordatillo! Scordatillo forever. Studia solo cio' che ti serve, cio' che e' pratico, cio' che ti permette di affrontare il momento. Nel jazz non c'e' tempo di riflettere, per questo ragioniamo veloce. Numeri, pensa numeri, non accordi. Two seventh, Five Major, pensa veloce, non pensare. Gli accordi hanno nomi troppo lunghi...
...Nel giardino di Joe colgo piccole banane, le sbuccio, le assaporo. Scelgo un paio di bacche mature simili a more ma cresciute su un albero fiorito, metto il muso nella speziata erba finocchiella che sa di anice, mastico una foglia di rucola amara. Apro uno strano frutto tropicale che sembra una piccola papaya e invece sa di fragola. Mangio due pomodorini da un cespuglio, saluto il rosmarino fra i sassi e il "petrosino" nei vasi...
Dico a Joe hey ma hai proprio tutto, qui!
Risponde, girando piano la testa e inclinandola con un sorriso un po' birichino: "Na casa di musicanti nun ci manca shumenti"...
??
I mean, nell'improvvisazione, nel canto scat?
?!?
Secondo te e' importante? I mean, quando canti io non sento solo note, altezze, ma colori, timbri... Insomma, sento che really assapori ogni nota, you taste it, it flavours...
Questa la domanda a bruciapelo della giovane donna in vacanza a Miami, che mi porge un foglio e mi chiede l'autografo saltando fuori sal pubblico mentre scendo dal palco.
Sapete com'e'... Il mio lavoro sui timbri, i colori, le armoniche e' il lavoro di una vita, che in Italia solo pochi percepiscono. Uno rimane perplesso, a sentirsi fare domande del genere: nemmeno fosse spuntato fuori improvvisamente un giornalista furbo, o un critico intelligente.
E' che qui i musicisti fanno i critici, i critici suonano da Dio, e Dio e' ovvio che conosce l'armonia a menadito e che improvvisa come un dannato, visto che nelle chiese si suona il jazz.
Insomma, stamattina come al solito col jet lag alle 5 avevo l'occhio pallato. Dopo una lunga conversazione con me stessa sono riuscita a convincermi a rimanere ancora a letto, e cosi' finalmente mi sono alzata ad un'ora possibile. Colazione luculliana, e poi passeggiata con Joe, cui spiego i problemi di didattica dei nostri luoghi, la lentezza di apprendimento che provoca probabilmente la nostra provenienza classica...
Scordatillo! Scordatillo forever. Studia solo cio' che ti serve, cio' che e' pratico, cio' che ti permette di affrontare il momento. Nel jazz non c'e' tempo di riflettere, per questo ragioniamo veloce. Numeri, pensa numeri, non accordi. Two seventh, Five Major, pensa veloce, non pensare. Gli accordi hanno nomi troppo lunghi...
...Nel giardino di Joe colgo piccole banane, le sbuccio, le assaporo. Scelgo un paio di bacche mature simili a more ma cresciute su un albero fiorito, metto il muso nella speziata erba finocchiella che sa di anice, mastico una foglia di rucola amara. Apro uno strano frutto tropicale che sembra una piccola papaya e invece sa di fragola. Mangio due pomodorini da un cespuglio, saluto il rosmarino fra i sassi e il "petrosino" nei vasi...
Dico a Joe hey ma hai proprio tutto, qui!
Risponde, girando piano la testa e inclinandola con un sorriso un po' birichino: "Na casa di musicanti nun ci manca shumenti"...
IL VIAGGIO
Atlanta, 22 marzo 2205
Sento finalmente tutti gli annunci bilingue, e lo spagnolo e' la lingua parlata anche da molti passeggeri... Comune, da queste parti, in questo terminal dedicato alle partenze per il sud del sud: la Florida.
Il mio volo e' in ritardo di un'ora come minimo, Ne ho approfittato per prendermi qualcosa da mangiare, visto che in 15 ore ho fatto solo un pranzo vegetariano ridicolo e uno spuntino altrettanto improbabile, col solito panino di gomma con dentro verdure scondite.
Lo Smoothie dal numero 2 al numero 7 ha dentro latte scremato non meglio identificato, additivi vitaminici e calcio, fragola, pesca, banana e altri 10 succhi di frutta. Ebbene si', tutti insieme.
Ho scelto il numero 1, che faceva a meno dei 10 gusti in piu'. Boh? Almeno mi sono ripresa, ma non so grazie a cosa. Ho acchiappato (grabbed) anche un contenitore con dentro una quiche ricotta e spinaci con contorno di verdure, ma queste erano quasi crude (anche il cavolfiore) e marinate nell'aceto.
Perche'?
Ho viaggiato nella prima fila dopo la cabina di prima classe, con lo schermo personale (su cui ho visto Sideways e un nuovo poliziesco di cui non ricordo il titolo numerico), accanto ad un giovane italo-siriano bilingue anche lui, che andava in vacanza a Las Vegas. Di buon auspicio, decisamente.
C'era una hostess festeggiatissima, con tanto di coroncina di argento e strass in testa stile principessina, al suo ultimo volo dopo 37 anni di servizio con la Delta. Minigonna e abito attillato, ancora bellissima col suo bel sorriso tranquillo e i suoi capelli grigi molto ben messi anche dopo 12 ore di volo.
Dei controlli entrando negli Stati Uniti diro' che sono stati peggio del solito: un'ora e mezza di fila con tutti i bagagli, gente che protestava perche' malata, in gravidanza, coi bambini piccoli in braccio, ma nulla. La nuova procedura prevede che venga presa priiima l'impronta dell'indice sinistro, poooi quella del destro, e infiiine che si sorrida alla webcam che ci fotografa da sopra il computer del poliziotto ingabbiato nel suo contenitore. Poi, ancora file e controfile, ritiro degli altri bagagli imbarcati, dogana, doppio check-in per il bagaglio ritirato, via le scarpe, via la giacca, giu' lo zaino, ecco il marsupio, passaggio ai raggi X... e l'idea che perderai la coincidenza, e sicuramente anche qualche effetto personale, per via di queste teste d'uovo.
Orribile.
Sento finalmente tutti gli annunci bilingue, e lo spagnolo e' la lingua parlata anche da molti passeggeri... Comune, da queste parti, in questo terminal dedicato alle partenze per il sud del sud: la Florida.
Il mio volo e' in ritardo di un'ora come minimo, Ne ho approfittato per prendermi qualcosa da mangiare, visto che in 15 ore ho fatto solo un pranzo vegetariano ridicolo e uno spuntino altrettanto improbabile, col solito panino di gomma con dentro verdure scondite.
Lo Smoothie dal numero 2 al numero 7 ha dentro latte scremato non meglio identificato, additivi vitaminici e calcio, fragola, pesca, banana e altri 10 succhi di frutta. Ebbene si', tutti insieme.
Ho scelto il numero 1, che faceva a meno dei 10 gusti in piu'. Boh? Almeno mi sono ripresa, ma non so grazie a cosa. Ho acchiappato (grabbed) anche un contenitore con dentro una quiche ricotta e spinaci con contorno di verdure, ma queste erano quasi crude (anche il cavolfiore) e marinate nell'aceto.
Perche'?
Ho viaggiato nella prima fila dopo la cabina di prima classe, con lo schermo personale (su cui ho visto Sideways e un nuovo poliziesco di cui non ricordo il titolo numerico), accanto ad un giovane italo-siriano bilingue anche lui, che andava in vacanza a Las Vegas. Di buon auspicio, decisamente.
C'era una hostess festeggiatissima, con tanto di coroncina di argento e strass in testa stile principessina, al suo ultimo volo dopo 37 anni di servizio con la Delta. Minigonna e abito attillato, ancora bellissima col suo bel sorriso tranquillo e i suoi capelli grigi molto ben messi anche dopo 12 ore di volo.
Dei controlli entrando negli Stati Uniti diro' che sono stati peggio del solito: un'ora e mezza di fila con tutti i bagagli, gente che protestava perche' malata, in gravidanza, coi bambini piccoli in braccio, ma nulla. La nuova procedura prevede che venga presa priiima l'impronta dell'indice sinistro, poooi quella del destro, e infiiine che si sorrida alla webcam che ci fotografa da sopra il computer del poliziotto ingabbiato nel suo contenitore. Poi, ancora file e controfile, ritiro degli altri bagagli imbarcati, dogana, doppio check-in per il bagaglio ritirato, via le scarpe, via la giacca, giu' lo zaino, ecco il marsupio, passaggio ai raggi X... e l'idea che perderai la coincidenza, e sicuramente anche qualche effetto personale, per via di queste teste d'uovo.
Orribile.
mercoledì, marzo 23, 2005
Miami, Sun City
Perche' nella citta' del sole ci sono i tanning salon? La domanda e' lecita.
Sono qui da ieri sera, accolta trionfalmente da Joe Donato con un "semu cca'". Il resoconto del viaggio ve lo faccio in un altro momento, dato che sto usando il computer di Joseph junior (il mio e' purtroppo rimasto in riparazione in Italia) mentre lui gioca con la play station e ammazza, a giudicare dai suoni, parecchia gente al minuto.
Perche' qui le verdure, anche dentro i panini, sono condite con l'aceto? Anche questa domanda e' buona e giusta.
Me ne torno sotto le palme in bordo piscina, folks! L'unica e' nuotare per dimenticare.
Sono qui da ieri sera, accolta trionfalmente da Joe Donato con un "semu cca'". Il resoconto del viaggio ve lo faccio in un altro momento, dato che sto usando il computer di Joseph junior (il mio e' purtroppo rimasto in riparazione in Italia) mentre lui gioca con la play station e ammazza, a giudicare dai suoni, parecchia gente al minuto.
Perche' qui le verdure, anche dentro i panini, sono condite con l'aceto? Anche questa domanda e' buona e giusta.
Me ne torno sotto le palme in bordo piscina, folks! L'unica e' nuotare per dimenticare.
venerdì, marzo 18, 2005
Prima della jam
Di corsa, di corsa.
Ho confermato il volo per martedì. Ho fatto tutte le lezioni qui a Siena, e tra due ore c'è la jam session degli allievi, ovvero la loro esercitazione in pubblico.
Di corsa,, di corsa.
Devo ricopiare la loro scaletta e fare le copie per tutti. Sono contenta, è tutto pronto e loro sono bravi, attenti. Abbiamo messo altri bei punti fermi allo studio dell'improvvisazione, e forse stanno diventando piu' pratici, piu' coraggiosi, piu' rigorosi.
Di corsa, di corsa. Devo mangiare qualcosa, mettere le lenti e un filo di trucco.
No, l'abito da sera stavolta non mi va di metterlo. Resto in jeans, col giubottino. Domani riparto, la valigia è già quasi pronta.
Di corsa, di corsa. Non c'è tempo neppure per la stanchezza, e poi l'energia che ho in questo momento è al parossismo,, come sempre il venerdì dopo le ultime ore corali. Con in piu' il concerto, stanotte so già che non dormirò.
Fffff...
Respiro profondamente: non c'è piu' fretta, se tutto è già stato preparato con cura.
Ho confermato il volo per martedì. Ho fatto tutte le lezioni qui a Siena, e tra due ore c'è la jam session degli allievi, ovvero la loro esercitazione in pubblico.
Di corsa,, di corsa.
Devo ricopiare la loro scaletta e fare le copie per tutti. Sono contenta, è tutto pronto e loro sono bravi, attenti. Abbiamo messo altri bei punti fermi allo studio dell'improvvisazione, e forse stanno diventando piu' pratici, piu' coraggiosi, piu' rigorosi.
Di corsa, di corsa. Devo mangiare qualcosa, mettere le lenti e un filo di trucco.
No, l'abito da sera stavolta non mi va di metterlo. Resto in jeans, col giubottino. Domani riparto, la valigia è già quasi pronta.
Di corsa, di corsa. Non c'è tempo neppure per la stanchezza, e poi l'energia che ho in questo momento è al parossismo,, come sempre il venerdì dopo le ultime ore corali. Con in piu' il concerto, stanotte so già che non dormirò.
Fffff...
Respiro profondamente: non c'è piu' fretta, se tutto è già stato preparato con cura.
mercoledì, marzo 16, 2005
Non c'è due...
...senza tre. mi si è di nuovo rotto il computer.
Stavolta però la Apple me lo ripara gratis anche se è vecchio di 3 anni, perché c'è un vizio di fabbrica sulla scheda logic di tutti gli i-book della mia generazione, cioè di quella del mio Mac.
Non ho perso nessun dato perché il problema non riguarda l'hard disk, e comunque con Chris abbiamo fatto in tempo a fare un salvataggio totale dei dati sull'hard disk esterno appena comprato sincronicamente giovedì...
Mercoledì 22 arrivo a Miami, spero munita del mio Mac riparato, e me ne compro subito un altro, 12 pollici powerbook G4 oh yé.
Domenica ho visto Alberto che mi ha mostrato i video dei vortici d'acqua (duemila litri che girano e si avvoltolano a varie densità, piuttosto ipnotico) con cui faremo degli spettacoli quanto prima, e fatto sentire le registrazioni dei suoni White. Io ci ho cantato su le armoniche con la cuffia stereo messa stile donna bionica, prima in fronte occipite e poi dorso cuore. Altro che ecstasy e speed. Sembravo una fontana di suono...
Ora sono a Siena Jazz, batto nel corridoio della scuola su una tastiera scolorita che mi costringe a ricordare dove erano le lettere, prima. Quando finisco le lezioni, a casa c'è "mamma" Graziana che ha preparato la pasta con le cime di rapa, yumm yumm non vedo l'ora di finire di lavorare!
Da ieri ho già visto una ventina di persone e fatto molti recuperi, per cui insomma dopo aver tentato di sostentarmi da stamattina alle 9 e 30 con le sostanze molto stupefacenti che spacciano i due distributori automatici in fondo al corridoio, non ne posso piu'... Per fortuna oggi l'ultima è Giulia, la mia allieva ingegnere con cui facciamo delle gran lezioni di fisica della musica, o musica della fisica, a seconda.
Poi domani comincia il tour de force, quindici ore al giorno e poco dormire, fino alla jam session di venerdì sera. Sto già preparando la scaletta e gli arrangiamenti per tutti, e con gli allievi abbiamo montato le improvvisazioni. L'appuntamento di marzo ormai è un must, e brillo all'idea delle prodezze di ognuno.
Stavolta però la Apple me lo ripara gratis anche se è vecchio di 3 anni, perché c'è un vizio di fabbrica sulla scheda logic di tutti gli i-book della mia generazione, cioè di quella del mio Mac.
Non ho perso nessun dato perché il problema non riguarda l'hard disk, e comunque con Chris abbiamo fatto in tempo a fare un salvataggio totale dei dati sull'hard disk esterno appena comprato sincronicamente giovedì...
Mercoledì 22 arrivo a Miami, spero munita del mio Mac riparato, e me ne compro subito un altro, 12 pollici powerbook G4 oh yé.
Domenica ho visto Alberto che mi ha mostrato i video dei vortici d'acqua (duemila litri che girano e si avvoltolano a varie densità, piuttosto ipnotico) con cui faremo degli spettacoli quanto prima, e fatto sentire le registrazioni dei suoni White. Io ci ho cantato su le armoniche con la cuffia stereo messa stile donna bionica, prima in fronte occipite e poi dorso cuore. Altro che ecstasy e speed. Sembravo una fontana di suono...
Ora sono a Siena Jazz, batto nel corridoio della scuola su una tastiera scolorita che mi costringe a ricordare dove erano le lettere, prima. Quando finisco le lezioni, a casa c'è "mamma" Graziana che ha preparato la pasta con le cime di rapa, yumm yumm non vedo l'ora di finire di lavorare!
Da ieri ho già visto una ventina di persone e fatto molti recuperi, per cui insomma dopo aver tentato di sostentarmi da stamattina alle 9 e 30 con le sostanze molto stupefacenti che spacciano i due distributori automatici in fondo al corridoio, non ne posso piu'... Per fortuna oggi l'ultima è Giulia, la mia allieva ingegnere con cui facciamo delle gran lezioni di fisica della musica, o musica della fisica, a seconda.
Poi domani comincia il tour de force, quindici ore al giorno e poco dormire, fino alla jam session di venerdì sera. Sto già preparando la scaletta e gli arrangiamenti per tutti, e con gli allievi abbiamo montato le improvvisazioni. L'appuntamento di marzo ormai è un must, e brillo all'idea delle prodezze di ognuno.
domenica, marzo 06, 2005
Domenica dentro e fuori
Al piano di sotto mettono i dischi di Sanremo a tutto volume.
Io sto praticando improvvisazione sui fast, in previsione del mio viaggio a Miami, e il riincontro con Ira.
Contemporaneamente, ogni volta che mi passa per la mente l'utilità di un oggetto in viaggio, lo accatasto di là su uno dei divani del salone.
Il mio occhio malato in parte progredisce, in parte no.
Sto dormendo molto, riposando, contemplando.
Non bevo più caffè, né latte. Mangio più frutta e verdura del solito, ma meno formaggi. Uova, assenti dal frigo da molte lune.
A proposito ho il frigorifero nuovo, ma ho già finito tutti i surgelati con cui l'avevo riempito, e quasi tutte le verdure.
Domenica, non molto di più. Fra una mail e l'altra, canto. Fra un pezzo e l'altro, mi faccio un tè. Senza pasticcini.
Domani mattina prima di andare a Cinecittà per l'ultima lezione della NUCT, mi laverò i capelli.
Le treccine, ricordate? E' come lavare un tappeto, salvo che sul tappeto lavato poi non ci spruzzi l'olio aromatico.
Io sto praticando improvvisazione sui fast, in previsione del mio viaggio a Miami, e il riincontro con Ira.
Contemporaneamente, ogni volta che mi passa per la mente l'utilità di un oggetto in viaggio, lo accatasto di là su uno dei divani del salone.
Il mio occhio malato in parte progredisce, in parte no.
Sto dormendo molto, riposando, contemplando.
Non bevo più caffè, né latte. Mangio più frutta e verdura del solito, ma meno formaggi. Uova, assenti dal frigo da molte lune.
A proposito ho il frigorifero nuovo, ma ho già finito tutti i surgelati con cui l'avevo riempito, e quasi tutte le verdure.
Domenica, non molto di più. Fra una mail e l'altra, canto. Fra un pezzo e l'altro, mi faccio un tè. Senza pasticcini.
Domani mattina prima di andare a Cinecittà per l'ultima lezione della NUCT, mi laverò i capelli.
Le treccine, ricordate? E' come lavare un tappeto, salvo che sul tappeto lavato poi non ci spruzzi l'olio aromatico.
mercoledì, marzo 02, 2005
Volare, oh-oh
Mentre gli Stati Uniti rilanciano gli allarmi arancioni e rossi e catturano parenti di capi terroristi (dopo aver fatto scappare intere famiglie di altri capi terroristi), io sono pronta a far ben 6 voli americani. Ieri sera mi è stata predetta da un'astrologa una vita molto lunga. Meno male, non ho intenzione di lasciare questo mondo prima dei miei 95 anni, vale a dire nel 2054, quindi...
Ieri sera ci siamo riuniti per vedere insieme Sanremo, commentarlo sarcasticamente e brindare al mio nuovo frigorifero (col congelatore: è la prima volta che ne possiedo uno).
Il congelatore è stato molto apprezzato, perché tutti all'unanimità non so perché hanno pensato ai molti gelati estivi che verranno a mangiare qui. Sanremo decisamente meno, anche se per non essere troppo scontati avevamo preventivamente deciso di lodare gli abiti, a prescindere anche dalla loro bellezza o congruità. Trovare il bello delle cose, questo è il segreto della vita.
Certo che noi ci siamo divertiti molto, ma la musica era totalmente assente. E sono rimasta scioccata profondamente dalla prosopopea con cui Nicki Nicolai e Stefano di Battista hanno proposto un jazz quartet che di jazz (e di bello, e di giusto) non ha proprio niente. Follia pura. Queste cose fanno male al jazz, male alla musica. E di fronte alla semplicità di Arigliano, mite e semplice, senza jazz appellativi del cavolo, ma con una intonazione (a 82 anni) e una capacità interpretativa che la Nicolai farebbe bene a prendere ad esempio, certi personaggi risultano ancora più offensivi. Come dirvi che Sanremo è sempre più brutto? Ormai si sa, e la cosa non fa più notizia.
Di certo io in questi ed altri frangenti mi vergogno di essere italiana, e come fa il mio amico Allen che si vergogna di essere americano, prima o poi comincerò a dire che sono... canadese.
Ieri sera ci siamo riuniti per vedere insieme Sanremo, commentarlo sarcasticamente e brindare al mio nuovo frigorifero (col congelatore: è la prima volta che ne possiedo uno).
Il congelatore è stato molto apprezzato, perché tutti all'unanimità non so perché hanno pensato ai molti gelati estivi che verranno a mangiare qui. Sanremo decisamente meno, anche se per non essere troppo scontati avevamo preventivamente deciso di lodare gli abiti, a prescindere anche dalla loro bellezza o congruità. Trovare il bello delle cose, questo è il segreto della vita.
Certo che noi ci siamo divertiti molto, ma la musica era totalmente assente. E sono rimasta scioccata profondamente dalla prosopopea con cui Nicki Nicolai e Stefano di Battista hanno proposto un jazz quartet che di jazz (e di bello, e di giusto) non ha proprio niente. Follia pura. Queste cose fanno male al jazz, male alla musica. E di fronte alla semplicità di Arigliano, mite e semplice, senza jazz appellativi del cavolo, ma con una intonazione (a 82 anni) e una capacità interpretativa che la Nicolai farebbe bene a prendere ad esempio, certi personaggi risultano ancora più offensivi. Come dirvi che Sanremo è sempre più brutto? Ormai si sa, e la cosa non fa più notizia.
Di certo io in questi ed altri frangenti mi vergogno di essere italiana, e come fa il mio amico Allen che si vergogna di essere americano, prima o poi comincerò a dire che sono... canadese.