lunedì, aprile 24, 2006
La voce dei libri
Sono le 4 del mattino, ancora impossibile per me andare a dormire.
Ho cantato libri d'arte, stasera, insieme a Maurizio Giammarco. Maurizio ha suonato il suo sax tenore in maniera eccelsa come c'era da aspettarsi, commentando le opere ed accompagnando i miei interventi. Io ho letto poesie: molti i poeti che ho attraversato, fra i quali Sanguineti; ho cantato flautate melodie giapponesi, poi "les enfants qui s'aiment" di Prévert e Kosma (come "les feuilles mortes")...
Ho poi chiuso il mio percorso sonoro attraverso la mostra improvvisando in elfico: leggendo l'ultimo libro, una scultura in metallo scuro, pesante come piombo tanto che ho potuto solo inclinarla e non sollevarla. Pagine aperte sul buio, una figura accennata a destra ed una a sinistra, entrambe lacerate nella materia, trafitte dalla fiamma ossidrica e lavorate nella difficoltà della ricerca.
Con gli occhi vivi e un dito irrequieto sul foglio nero, ad indicare il punto in cui si andava scrivendo, ho raccontato una fiaba che parlava - credo - di una maga e di due innamorati. Ricordo la voce di lei, profonda e un pò spaventevole, ricordo la sagoma della giovinetta, il bel sembiante di lui. Finiva bene, la favola, grazie ad un incantesimo che risolveva ogni problema...
Lo scultore Claudio Palmieri, dopo gli applausi (la galleria d'arte era strapiena, la gente attentissima, una vera meraviglia) è venuto a ringraziarmi, e siamo stati un poco in piedi insieme accanto alla sua opera...
..."Domani vengo e ci metto un po' d'oro, in questi buchi. Non mi ero accorto di aver fatto un'opera così alchemica... Sì, domani vengo e ci spruzzo l'oro. Così."