venerdì, gennaio 06, 2006

Nice job

Messaggio di Tom in segreteria: mi ha chiamato Donald a sostituirlo, vieni a trovarci?

Stasera quindi al 4620 suonava Tom Johnson con Bill Scarlett e il bassista David Slack, più un immenso batterista nero dal nome impossibile (mi son fatta fare lo spelling, ma lui ha pronunciato le lettere con l'accento di Forrest Gump, praticamente impossibile capire le consonanti, figuriamoci le vocali).

Hai portato il tuo microfono? Te li fai due pezzi con noi? mi fa sorridente l'altrimenti scontrosissimo Bill Scarlett. Bill che mi chiede di cantare, that's really odd... Lui è una gran prima donna, guai a prendergli il suo spazio di primo solista, e guai a cercar di cantare perché ti sale sopra con tutta la sua potenza di tenore, e addio delicato tema vocale. Lo conosco da 13 anni, Bill, è sempre stato un acido naturale. Quasi impossibile cantarci insieme, credo sia difficile anche suonarci...

Wow, penso, la mia fama si espande. Figaro qua, Figaro là...

Attacco Someday My Prince Will Come dopo un loro swingone tirato, così spezzo il 4 e ce ne andiamo tranquilli tranquilli ma sostenuti su questo bel 3.

E fin dalle mie prime note è magia. Tutti ascoltano, e io mi fondo con loro nella timbrica, nel modo di portare il tempo... Li sento affascinati e attenti, quasi innamorati, talmente è bello quello che stiamo facendo insieme. Chi guida cosa? Non c'è più soluzione di continuità, sono io che canto il 3 del piatto, o è il basso che danza il mio sogno principesco? Tom stasera è al piano, e mi accompagna con così tanta dolcezza, così tanto rispetto... Quello che esce da tutti noi è incantevole. Persino Bill non sa più che fare, piazza qualche frase, si sente di troppo, tace, aspetta il suo turno.

Il pubblico, che sembrava poco concentrato finora, lo sento incollato alla mia bocca, alle mie mani. Lo sento che si lascia fare, rovesciato sulla schiena come un gatto a far le fusa con gli occhi semichiusi, le unghie che sondano l'aria in un gesto incontrollabile di piacere...

Sento che è come se si lasciassero scoprire le parole per la prima volta. Mi ascoltano stupiti di sentirmi raccontare una storia nuova, una nuova avventura amorosa...

Ecco, è fatta. La serata ha preso un'altra piega. Si va, si viaggia, e tutto è così facile...! Mi volto alla fine del secondo pezzo, e basso e batteria mi sorridono beati, arresi e insieme pronti a ripartire. "Nice job!" Mi dicono dal palco. "You sounded great!" C'è un senso di incredulità in tutta la sala, e il padrone del locale si è venuto a sedere tra il pubblico.

E poi come al solito più si fa tardi e più piovono i musicisti coi loro strumenti, scendono sassofonisti, e si assiepano pianisti.

Uno dopo l'altro si alternano, tutti bravissimi, tutti così interessanti e diversi, e poi che bello han tutti preso il mio mood, si sente che mi stimano e anche se ora ho lasciato il mio posto a loro, mi desiderano.

Lo esprimono attraverso la musica. Sento sensualità nelle frasi, sento amore e vera ammirazione, ancora si attardano a dirmelo coi fraseggi, con le citazioni, e poi non contenti nella pausa vengono come i re magi uno ad uno, a dirmi ancora "you did a great job!", "sounded really great", "very nice job, man!"...

Sono una di loro. Non importa più a che tempo suoniamo, non importa funky o swing, c'è amore, tenerezza, profondo rispetto reciproco, ascolto attento, e siamo uno.

Per finire io e Tom (che nel frattempo si è fatto sostituire al piano, ed ha imbracciato il suo soprano) attacchiamo una delicatissima Footprints, come sospesa nel nulla, fluttuante in un nontempo che Dio solo sa come sta accadendo: David e il batterista immenso stanno tenendo un bel groove, eppure sopra di loro il tempo si è fermato, dilatato, il nostro suono estranea tutto e tutti come in un sogno, le frasi del tema e dell'improvvisazione scorrono ma è come se il brano suonasse da solo, o se noi tutti fossimo suonati da una stessa bocca, enorme, da mani straordinarie, dita sottilissime, braccia possenti, un unico corpo sonoro che ci abbraccia, ci culla e ci risveglia.

Comments:
Fabri Fabri Fabri!
Tu sei fatta per stare dove sei.
Marty
 
Marty, Marty, parole sante!

Love u all, though, ovunque voi siate non vi lascerò mai!
 
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