lunedì, gennaio 16, 2006
Gravity
Scrivo dal mio tavolo in salone, mentre ascolto la folle musica dodecafonica, seriale e dance (la sua definizione di "dance" mi pare invero un pò forte....) di Seva, collegata ad internet con la linea wireless di un misterioso vicino (la mia non c'è mai stato modo di attivarla, la pago a Libero da settembre ma non funziona, e infatti la disattiverò).
Intorno a me valigie aperte, oggetti sparsi sul tappeto e per la stanza, sulle sedie, le poltrone, i divani, e come se non bastasse anche sulla scrivania e sull letto nella mia stanza.
Ogni tanto mi alzo e vado a sistemare un oggetto o un abito nel borsone per Siena: domani all'alba ripartirò, ma stavolta avrò i gadgets high tech comprati all'aereoporto di Atlanta da Brookstone...
Ho una stranissima sensazione di ineluttabilità.
Da oggi niente più Paradiso musicale, Kroger, Starbuck's e Panera non sono più dietro l'angolo, stasera suonano tutti meno io.
Fino a luglio sarò qui in Italia, a spellarmi il cuore e l'anima a cercar di realizzar cose belle e valide contro un muro inesorabile di ottusità, ignoranza, imbecillità, menefreghismo.
Cerco di non pensarci. Sto nettamente male all'idea, una specie di nausea forte, uno svenimento e un infarto contemporaneamente.
Il pomeriggio prima di partire sono andata a registrare due tracce nel disco di Jewell Cornette, pianista discendente da una nonna paterna Cherokee purosangue per la quale ha scritto il brano su cui dovevo immprovvisare sciamanicamente. L'altro pezzo era dedicato ad un tramonto alle Hawaii, dove Jewell ha vissuto parecchi anni, e sul quale non so come è stata una vecchia saggia a raccontare la magnifica storia (improvvisata in una ignota lingua dai toni caldi e suggestivi) del prode e bellissimo cavaliere Yalermahì, che non aveva paura di andare incontro al Tramonto...
Quando abbiam finito di registrare, Harold Nagge, mio chitarrista da ben 13 anni e compagno di Jewell, ci ha accompagnate in una immensa e bellisssima casa di legno su un lago in cui i proprietari hanno un'azienda di produzione artigianale di Mead, che sarebbe vino spumante preparato con miele e frutta (pere, o albicocche, in questo caso) col metodo dello Champagne. Harold ci ha lasciate lì ed è ripartito col suo violino per andare a registrare qualche traccia in un disco di altri musicisti amici, in uno studio non distante, ed è tornato dopo un pò.
Sì, è stato difficile andar via, non solo per la buona compagnia, ma perché actually è stato difficile alla fine alzarsi in piedi, starci, e camminare in maniera dignitosa fino alla macchina.
Il proprietario dello studio dove ho registrato è un pianista slovacco di nome Rudolph. Ci han chiesto se avevamo altre lingue in comune oltre l'inglese. Io gli chiesto parli francese? Lui dice no, e tu parli russo? Oh no, però jedna dviè tchri shtiri piet shest sedùm ossùm devièt decèt... dobri dèn! Ma come, parli ceco? allora sei stata a Praga?...
L'agente francese di Donald è un fisico nucleare. Il cd di Seva si chiama Gravity, uno degli hits Gravity is my favorite drug, e la traccia che mi ha incantata come una bimba al cine a vedere i cartoni, Vox of the Gravitons.
Non posso più stare (solo) qui.
Intorno a me valigie aperte, oggetti sparsi sul tappeto e per la stanza, sulle sedie, le poltrone, i divani, e come se non bastasse anche sulla scrivania e sull letto nella mia stanza.
Ogni tanto mi alzo e vado a sistemare un oggetto o un abito nel borsone per Siena: domani all'alba ripartirò, ma stavolta avrò i gadgets high tech comprati all'aereoporto di Atlanta da Brookstone...
Ho una stranissima sensazione di ineluttabilità.
Da oggi niente più Paradiso musicale, Kroger, Starbuck's e Panera non sono più dietro l'angolo, stasera suonano tutti meno io.
Fino a luglio sarò qui in Italia, a spellarmi il cuore e l'anima a cercar di realizzar cose belle e valide contro un muro inesorabile di ottusità, ignoranza, imbecillità, menefreghismo.
Cerco di non pensarci. Sto nettamente male all'idea, una specie di nausea forte, uno svenimento e un infarto contemporaneamente.
Il pomeriggio prima di partire sono andata a registrare due tracce nel disco di Jewell Cornette, pianista discendente da una nonna paterna Cherokee purosangue per la quale ha scritto il brano su cui dovevo immprovvisare sciamanicamente. L'altro pezzo era dedicato ad un tramonto alle Hawaii, dove Jewell ha vissuto parecchi anni, e sul quale non so come è stata una vecchia saggia a raccontare la magnifica storia (improvvisata in una ignota lingua dai toni caldi e suggestivi) del prode e bellissimo cavaliere Yalermahì, che non aveva paura di andare incontro al Tramonto...
Quando abbiam finito di registrare, Harold Nagge, mio chitarrista da ben 13 anni e compagno di Jewell, ci ha accompagnate in una immensa e bellisssima casa di legno su un lago in cui i proprietari hanno un'azienda di produzione artigianale di Mead, che sarebbe vino spumante preparato con miele e frutta (pere, o albicocche, in questo caso) col metodo dello Champagne. Harold ci ha lasciate lì ed è ripartito col suo violino per andare a registrare qualche traccia in un disco di altri musicisti amici, in uno studio non distante, ed è tornato dopo un pò.
Sì, è stato difficile andar via, non solo per la buona compagnia, ma perché actually è stato difficile alla fine alzarsi in piedi, starci, e camminare in maniera dignitosa fino alla macchina.
Il proprietario dello studio dove ho registrato è un pianista slovacco di nome Rudolph. Ci han chiesto se avevamo altre lingue in comune oltre l'inglese. Io gli chiesto parli francese? Lui dice no, e tu parli russo? Oh no, però jedna dviè tchri shtiri piet shest sedùm ossùm devièt decèt... dobri dèn! Ma come, parli ceco? allora sei stata a Praga?...
L'agente francese di Donald è un fisico nucleare. Il cd di Seva si chiama Gravity, uno degli hits Gravity is my favorite drug, e la traccia che mi ha incantata come una bimba al cine a vedere i cartoni, Vox of the Gravitons.
Non posso più stare (solo) qui.