martedì, dicembre 20, 2005
MERRY CHRISTMAS!
Eccomi nella mia cameretta da Betsy…
…Tutto è già in ordine da ieri mattina, i bucati fatti, gli abiti già stirati, e una montagna di regali di Natale ovunque intorno.
Sono appena tornata dallo shopping natalizio con Julie, e sono incaricata di tenere i regali qui e di fare tutti i pacchetti, altrimenti poi i bambini non credono più a Santa Claus. Io sono ovviamente molto felice dell’incarico! L’atmosfera si fa ogni giorno più intensa, luci e ornamenti ovunque, auguri scambiati perfino alla dogana, e mille inviti fin dalla prima sera (ieri) passata a bere frozen margarita all’Agave Azul.
All’Agave Azul, quando ormai non ci pensavo più, compare a sorpresa Allen, gustandosi la mia faccia più che sorpresa. Abbiamo subito ordinato un altro boccale di margarita, ed eccoci in quattro a parlare inglese e francese con un gran miscuglio di termini, fraseggi e modi di dire… Tom, Julie e Allen si occupano di informatica, quindi dopo un po’ ci si scambia idee su programmi che prevedono gli eventi catastrofici, tipo Katrina.
Tom, arrivato a Knox da un mese, alterna fasi di pianista jazz e altro, a fasi di ingegneristica informatica, quando finisce i soldi che si è messo da parte per poter fare il musicista. Lavora con Julie e Julien al momento. Con Katrina ha perso la casa, quindi dal Mississipi se n’è andato, ed eccolo con noi in questo strano luogo di incontro che è Knoxville al momento. Tom parla un francese quasi perfetto e senza accento americano, ma quando arriva Allen i due si lanciano in un rapido scambio di battute in cui lo spirito del sud, caldo e aperto malgrado l’americanità, si fa sentire.
Ridiamo tutti, Julie dice che come rido io con gli acuti a salire sempre di più, non ride nessun altro, e lei non potrebbe mai farlo senza perdere la voce… Ridiamo ancora di più, e tutti insieme. Il margarita qui lo fanno veramente buono, e ci riportano i tacos e la salsa piccante appena fatti, una vera squisitezza.
Voi però volete sapere com’è andato il viaggio.
A Roma non funzionavano i display, così ho rischiato di perdere l’aereo perché non riuscivo a sapere dove andare.
L’aereo aveva 45 minuti di ritardo in partenza (penso perché han dovuto spalare dentro tutti i passeggeri persi nell’aereoporto come me), mai ripresi perché abbiam viaggiato col vento contro.
All’arrivo avevo 40 minuti per: passare il controllo passaporti, riprendere le due valigie, passare la dogana, rifare il check-in dei bagagli, raggiungere con la navetta il terminal giusto e la gate appropriata, e prendere l’aereo.
Non ce l’ho fatta.
Ho perso il volo per Knox per un quarto d’ora, e ne ho aspettato un altro per 2 ore. Ho dovuto naturalmente passare alla biglietteria e farmi rifare una nuova carta di imbarco, riprendere la navetta e cambiare terminal.
Con i tacchi alti, ho pensato di morire a farmi su e giù tutto l’aereoporto di Atlanta, dopo 12 ore di viaggio!!!
Dimenticavo: sul primo volo mi avevano assegnato un posto che non c’era, come il binario di Harry Potter. Ci siamo ritrovati quindi in 4 nel corridoietto delle toilettes del boeing, in corrispondenza delle file 21 e 22, chiedendoci come mai i posti B e C non esistessero e cosa ne avrebbero fatto di noi.
Ci hanno rifatto le carte di imbarco, ed abbiamo avuto l’esistente fila 28.
Poi il mio pasto vegetariano non era registrato. Meno male c’erano i ravioli di ricotta con le verdure, e per merenda la pizza vegetariana.
Insomma alla fine sono arrivata a Knox distrutta, alle 20 e 30 di domenica (per voi erano le due e mezza del mattino di lunedì). Ad aspettarmi c’era la sorridente Julie, e l’entusiasta Zoé, mia più giovane fan (Zoé ha 3 anni, e viene ai miei concerti, chiedendomi sempre di cantare Someday my prince will come, da quando ne aveva due).
A casa Betsy mi accoglie con gioia, e Patty telefona poco dopo per darmi il benvenuto. Mancava all’appello solo Allen… ma lui si sa che si vuol far desiderare! Così l’indomani partono varie e-mails a botta e risposta come nostro solito ormai da mesi, e la sera a sorpresa eccolo lì che sorride sornione nel buio dell’Agave Azul.
E’ festa, quaggiù! Chissà da voi? Ciao folks, a presto!
…Tutto è già in ordine da ieri mattina, i bucati fatti, gli abiti già stirati, e una montagna di regali di Natale ovunque intorno.
Sono appena tornata dallo shopping natalizio con Julie, e sono incaricata di tenere i regali qui e di fare tutti i pacchetti, altrimenti poi i bambini non credono più a Santa Claus. Io sono ovviamente molto felice dell’incarico! L’atmosfera si fa ogni giorno più intensa, luci e ornamenti ovunque, auguri scambiati perfino alla dogana, e mille inviti fin dalla prima sera (ieri) passata a bere frozen margarita all’Agave Azul.
All’Agave Azul, quando ormai non ci pensavo più, compare a sorpresa Allen, gustandosi la mia faccia più che sorpresa. Abbiamo subito ordinato un altro boccale di margarita, ed eccoci in quattro a parlare inglese e francese con un gran miscuglio di termini, fraseggi e modi di dire… Tom, Julie e Allen si occupano di informatica, quindi dopo un po’ ci si scambia idee su programmi che prevedono gli eventi catastrofici, tipo Katrina.
Tom, arrivato a Knox da un mese, alterna fasi di pianista jazz e altro, a fasi di ingegneristica informatica, quando finisce i soldi che si è messo da parte per poter fare il musicista. Lavora con Julie e Julien al momento. Con Katrina ha perso la casa, quindi dal Mississipi se n’è andato, ed eccolo con noi in questo strano luogo di incontro che è Knoxville al momento. Tom parla un francese quasi perfetto e senza accento americano, ma quando arriva Allen i due si lanciano in un rapido scambio di battute in cui lo spirito del sud, caldo e aperto malgrado l’americanità, si fa sentire.
Ridiamo tutti, Julie dice che come rido io con gli acuti a salire sempre di più, non ride nessun altro, e lei non potrebbe mai farlo senza perdere la voce… Ridiamo ancora di più, e tutti insieme. Il margarita qui lo fanno veramente buono, e ci riportano i tacos e la salsa piccante appena fatti, una vera squisitezza.
Voi però volete sapere com’è andato il viaggio.
A Roma non funzionavano i display, così ho rischiato di perdere l’aereo perché non riuscivo a sapere dove andare.
L’aereo aveva 45 minuti di ritardo in partenza (penso perché han dovuto spalare dentro tutti i passeggeri persi nell’aereoporto come me), mai ripresi perché abbiam viaggiato col vento contro.
All’arrivo avevo 40 minuti per: passare il controllo passaporti, riprendere le due valigie, passare la dogana, rifare il check-in dei bagagli, raggiungere con la navetta il terminal giusto e la gate appropriata, e prendere l’aereo.
Non ce l’ho fatta.
Ho perso il volo per Knox per un quarto d’ora, e ne ho aspettato un altro per 2 ore. Ho dovuto naturalmente passare alla biglietteria e farmi rifare una nuova carta di imbarco, riprendere la navetta e cambiare terminal.
Con i tacchi alti, ho pensato di morire a farmi su e giù tutto l’aereoporto di Atlanta, dopo 12 ore di viaggio!!!
Dimenticavo: sul primo volo mi avevano assegnato un posto che non c’era, come il binario di Harry Potter. Ci siamo ritrovati quindi in 4 nel corridoietto delle toilettes del boeing, in corrispondenza delle file 21 e 22, chiedendoci come mai i posti B e C non esistessero e cosa ne avrebbero fatto di noi.
Ci hanno rifatto le carte di imbarco, ed abbiamo avuto l’esistente fila 28.
Poi il mio pasto vegetariano non era registrato. Meno male c’erano i ravioli di ricotta con le verdure, e per merenda la pizza vegetariana.
Insomma alla fine sono arrivata a Knox distrutta, alle 20 e 30 di domenica (per voi erano le due e mezza del mattino di lunedì). Ad aspettarmi c’era la sorridente Julie, e l’entusiasta Zoé, mia più giovane fan (Zoé ha 3 anni, e viene ai miei concerti, chiedendomi sempre di cantare Someday my prince will come, da quando ne aveva due).
A casa Betsy mi accoglie con gioia, e Patty telefona poco dopo per darmi il benvenuto. Mancava all’appello solo Allen… ma lui si sa che si vuol far desiderare! Così l’indomani partono varie e-mails a botta e risposta come nostro solito ormai da mesi, e la sera a sorpresa eccolo lì che sorride sornione nel buio dell’Agave Azul.
E’ festa, quaggiù! Chissà da voi? Ciao folks, a presto!