sabato, settembre 17, 2005
HAPPY AS A BUG
Ovverosia felice come un insetto, che da queste parti pare che stiano particolarmente bene.
Oggi finita una prima parte di lavoro in studio con Allen siamo usciti e nel prato davanti casa c'era un cane delle praterie, in piedi che fiutava l'aria del meriggio. Non so se lo vedete, magari poi quando ho tempo posto un ingrandimento.
Dopodiché siamo andati a mangiare messicano (tacos con la salsa piccante e chile relleno per me, una bontà), e infine di corsa al teatro del campus per sentire Donald Brown che suonava suoi arrangiamenti e composizioni con Stefon Harris al vibrafono e John Clayton al contrabbasso, più la Knoxville Jazz Orchestra in cui suonavano stasera proprio tutti, quindi anche Tom Johnson, Keith Brown, Rusty Holloway e Mark Boling, insomma tutti i mei musicisti.
Una festa, è stata. Registravano il live della serata, e ci sono state standing ovations in quantità maestose.
href="http://www.quantumjazz.com/lifeinmotion/uploaded_images/1349-735792.jpg">
Rusty Holloway e John Clayton hanno fatto un paio di duetti di contrabbassi molto gustosi, Donald Brown un piano solo finale dedicato alle vittime di Katrina: un meraviglioso Smile lentissimo e quasi al buio, perché lui suona di preferenza così, e nel buio si vede solo il suo bianchissimo sorriso, perso sullo sfondo nero del suo corpo, del pianoforte, e della notte in sala.
Quanto sono fortunata... Poter non solo assistere ma anche partecipare a tutto questo jazz vero, il groove quello più autentico e black, con il corpo che tira indietro sulla nota e poi rimbalza avanti, una danza incredibile, specialmente Stefon Harris che è divino, Donald ovviamente, e John Clayton che suona talmente indietro che suona ieri per domani.
Anche Stefon è così, sembra che abbia le mallets di gomma, rimbalzano talmente alte sul vibrafono che ti chiedi com'è possibile che abbia 'sto timing della madonna. Allora guardi meglio, e vedi bene che lui le note le batte in ritardo, e invece arrivano prima.
Misteri dello swing.
Alla fine sono andata sul palco a salutare tutti, ed è stato tutto un abbraccio caloroso dall'inizio alla fine. Praticamente nessuno sapeva che ero già in città (questa settimana mi sono chiusa in casa in meditazione e pratica di strumento, per le registrazioni), e tutti mi hanno invitata ad andare a suonare con loro nelle prossime sere coi loro gruppi.
Oggi finita una prima parte di lavoro in studio con Allen siamo usciti e nel prato davanti casa c'era un cane delle praterie, in piedi che fiutava l'aria del meriggio. Non so se lo vedete, magari poi quando ho tempo posto un ingrandimento.
Dopodiché siamo andati a mangiare messicano (tacos con la salsa piccante e chile relleno per me, una bontà), e infine di corsa al teatro del campus per sentire Donald Brown che suonava suoi arrangiamenti e composizioni con Stefon Harris al vibrafono e John Clayton al contrabbasso, più la Knoxville Jazz Orchestra in cui suonavano stasera proprio tutti, quindi anche Tom Johnson, Keith Brown, Rusty Holloway e Mark Boling, insomma tutti i mei musicisti.
Una festa, è stata. Registravano il live della serata, e ci sono state standing ovations in quantità maestose.
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Rusty Holloway e John Clayton hanno fatto un paio di duetti di contrabbassi molto gustosi, Donald Brown un piano solo finale dedicato alle vittime di Katrina: un meraviglioso Smile lentissimo e quasi al buio, perché lui suona di preferenza così, e nel buio si vede solo il suo bianchissimo sorriso, perso sullo sfondo nero del suo corpo, del pianoforte, e della notte in sala.
Quanto sono fortunata... Poter non solo assistere ma anche partecipare a tutto questo jazz vero, il groove quello più autentico e black, con il corpo che tira indietro sulla nota e poi rimbalza avanti, una danza incredibile, specialmente Stefon Harris che è divino, Donald ovviamente, e John Clayton che suona talmente indietro che suona ieri per domani.
Anche Stefon è così, sembra che abbia le mallets di gomma, rimbalzano talmente alte sul vibrafono che ti chiedi com'è possibile che abbia 'sto timing della madonna. Allora guardi meglio, e vedi bene che lui le note le batte in ritardo, e invece arrivano prima.
Misteri dello swing.
Alla fine sono andata sul palco a salutare tutti, ed è stato tutto un abbraccio caloroso dall'inizio alla fine. Praticamente nessuno sapeva che ero già in città (questa settimana mi sono chiusa in casa in meditazione e pratica di strumento, per le registrazioni), e tutti mi hanno invitata ad andare a suonare con loro nelle prossime sere coi loro gruppi.