lunedì, settembre 26, 2005
ALRIGHTY
Sono appena fuggita da una pericolosissima riunione serale (rigorosamente dalle 7 alle 9) con dolcetti e bevande qui a casa di Betsy. Mentre uscivo lei mi è corsa dietro brandendo un grande “sign”, che sarebbe un cartellone con la scritta e la freccia per guidare gli ospiti verso casa. “Mi raccomando mettilo di fronte al pallone colorato che dice Welcome”, mi fa lei tutta premurosa…
Americani, ma indiscutibilmente divertenti. Il pallone dondolava allegramente nell’aria, appeso sul ciglio della strada. Scuoteva la testa contento, mi pare, di dare il benvenuto alla gente. Anche a quelli solo di passaggio…
Dopo essermi fatta un labbro da sassofonista quasi sanguinante – no kiddin’ - per aver praticato (da giorni) con la voce una montagna di articolazioni da sassofonista, appunto (sapete, mica è facile star dietro alla pari ad Ira e Jerry…), eccomi a prendermi una breve pausa da Ruby Tuesday.
Veggie burger, French fries, Coke, stasera sono in vena di junk food con la benedizione del mangiare ipocalorico malgrado tutto (da Ruby Tuesday per ogni sandwich ti dicono le calorie, i grassi, i carbs e le proteine).
Poi attraverserò Kingston Pike e me ne andrò di fronte, da Starbucks, a farmi un caffè quasi decente. Con le cuffie dell’i-pod, riascolterò scale e arpeggi, soli, Impressions in varie versioni e a varie velocità, prima di tornare (a festa finita) a casa a cantare un altro poco…
Sto scrivendo questo post (che bloggherò più tardi) alle 7 di sera, seduta al tavolo col computer aperto davanti a me. E – orrore! – mi hanno già servito un’altra cocacola, perché la prima l’ho inconsapevolmente finita.
La solita storia del free refill, se non fai attenzione esci gonfio come una zampogna.
Qui dentro fa freddissimo, lo sapevo, infatti ho portato la giacca, e la infilo. Fuori a momenti passeggiano i cammelli, tanto fa caldo. Ma dentro, dannazione, ci sono forse i pinguini?
Poi: gli americani e il senso della cucina. Il senso del gusto. Il senso dei sensi, maledizione!
Un panino alto venti centimetri con dentro formaggio, l’hamburger vegetale, i funghi e soprattutto aaaargh! i sottaceti, li avevo dimenticati… e un contorno di patate fritte con pepe e ketchup. Una roba così non la mangiamo neanche a Napoli o in Sicilia!
Penso al pane cunzatu, alle panelle, alla pasta coi broccoli, certo non sono piatti leggeri…
Ma buoni! Buoooni!!!
Alrighty, come si dice dolcemente da queste parti, mangerò questo panino togliendo almeno la metà sopra. Ho appena evitato il terzo refill di cocacola. Sono più gonfia del pallone di Betsy.
Pagato il conto e lasciata la mancia, vediamo se il caffè da Starbucks e il jazz nelle orecchie al posto di quel che passa qui il convento - un misto di vecchio rock, pop antico e country moderno. Un delirio - mi faranno finalmente digerire la cena.
P.s: Ho chiesto se potevo "usare le restrooms", così si dice. ODIO questi bagni inospitali, dove si vede tutto, quello che indossi, come ti spogli, se hai fatto o non hai fatto, se hai una borsa o una valigia, se porti la gonna (e allora ti si vedono le gambe nude) o altro (e allora ahimé ecco il triste paesaggio dei pantaloni sulle scarpe, e di nuovo i polpacci ma questa volta al di sopra)… Si vede da sotto la porta troppo piccola, dagli interstizi aperti, da sopra, da sotto, di lato… Benché campioni della proprietà privata, gli americani non mi sembra che abbiano capito molto della privacy.
P.P.s: oggi in Italia hanno assolto un'altra volta Berlusconi, e mi sembra che in questi giorni ci siano stati un altro po' di morti ammazzati, fatti di mafia insomma. A parte tutta la storia di Fazio e compagnia. Cercherò di spiegare ad Allen che anche noi fottuti italiani in quanto a incoerenza non scherziamo.
Americani, ma indiscutibilmente divertenti. Il pallone dondolava allegramente nell’aria, appeso sul ciglio della strada. Scuoteva la testa contento, mi pare, di dare il benvenuto alla gente. Anche a quelli solo di passaggio…
Dopo essermi fatta un labbro da sassofonista quasi sanguinante – no kiddin’ - per aver praticato (da giorni) con la voce una montagna di articolazioni da sassofonista, appunto (sapete, mica è facile star dietro alla pari ad Ira e Jerry…), eccomi a prendermi una breve pausa da Ruby Tuesday.
Veggie burger, French fries, Coke, stasera sono in vena di junk food con la benedizione del mangiare ipocalorico malgrado tutto (da Ruby Tuesday per ogni sandwich ti dicono le calorie, i grassi, i carbs e le proteine).
Poi attraverserò Kingston Pike e me ne andrò di fronte, da Starbucks, a farmi un caffè quasi decente. Con le cuffie dell’i-pod, riascolterò scale e arpeggi, soli, Impressions in varie versioni e a varie velocità, prima di tornare (a festa finita) a casa a cantare un altro poco…
Sto scrivendo questo post (che bloggherò più tardi) alle 7 di sera, seduta al tavolo col computer aperto davanti a me. E – orrore! – mi hanno già servito un’altra cocacola, perché la prima l’ho inconsapevolmente finita.
La solita storia del free refill, se non fai attenzione esci gonfio come una zampogna.
Qui dentro fa freddissimo, lo sapevo, infatti ho portato la giacca, e la infilo. Fuori a momenti passeggiano i cammelli, tanto fa caldo. Ma dentro, dannazione, ci sono forse i pinguini?
Poi: gli americani e il senso della cucina. Il senso del gusto. Il senso dei sensi, maledizione!
Un panino alto venti centimetri con dentro formaggio, l’hamburger vegetale, i funghi e soprattutto aaaargh! i sottaceti, li avevo dimenticati… e un contorno di patate fritte con pepe e ketchup. Una roba così non la mangiamo neanche a Napoli o in Sicilia!
Penso al pane cunzatu, alle panelle, alla pasta coi broccoli, certo non sono piatti leggeri…
Ma buoni! Buoooni!!!
Alrighty, come si dice dolcemente da queste parti, mangerò questo panino togliendo almeno la metà sopra. Ho appena evitato il terzo refill di cocacola. Sono più gonfia del pallone di Betsy.
Pagato il conto e lasciata la mancia, vediamo se il caffè da Starbucks e il jazz nelle orecchie al posto di quel che passa qui il convento - un misto di vecchio rock, pop antico e country moderno. Un delirio - mi faranno finalmente digerire la cena.
P.s: Ho chiesto se potevo "usare le restrooms", così si dice. ODIO questi bagni inospitali, dove si vede tutto, quello che indossi, come ti spogli, se hai fatto o non hai fatto, se hai una borsa o una valigia, se porti la gonna (e allora ti si vedono le gambe nude) o altro (e allora ahimé ecco il triste paesaggio dei pantaloni sulle scarpe, e di nuovo i polpacci ma questa volta al di sopra)… Si vede da sotto la porta troppo piccola, dagli interstizi aperti, da sopra, da sotto, di lato… Benché campioni della proprietà privata, gli americani non mi sembra che abbiano capito molto della privacy.
P.P.s: oggi in Italia hanno assolto un'altra volta Berlusconi, e mi sembra che in questi giorni ci siano stati un altro po' di morti ammazzati, fatti di mafia insomma. A parte tutta la storia di Fazio e compagnia. Cercherò di spiegare ad Allen che anche noi fottuti italiani in quanto a incoerenza non scherziamo.