domenica, maggio 01, 2005
W il 1° Maggio!
Buon Primo Maggio!
Non lo dimentichiamo mai, che è la festa del Lavoro. Qualche giorno fa han provato a rompere i coglioni anche sul 25 aprile. Come se si potesse mai opinare sulla Liberazione...
Sembra proprio sempre più difficile mantenere viva la propria memoria storica, man mano che van via i nostri gloriosi "vecchi".
Sono figlia di un lavoratore sindacalista, nipote di un nonno anarchico e resistente, pronipote di garibaldini: quelli che fecero l'Italia, per intenderci.
W VERDI, a casa si ascoltava musica lirica a manetta in ricordo dei moti risorgimentali, e io ho iniziato a studiare canto da soprano. Altro che fesserie.
Poi che c'entra, papà ascoltata Armstrong, Bechet e Gillespie, sfido che ora canto il jazz. Con perfetta logica, da Puccini a Coltrane sempre pentatoniche sono.
E se continuano a fregarmi le mie radici, la mia Patria nel cuore, non la finta bandiera esposta per coprire la mafia di stato, bensì le insegne dell'anima, quelle fatte di rigore e poesia insieme, quelle di onestà di stomaco e fatti, quelle della Repubblica fondata sul lavoro (siamo l'unico paese la cui Costituzione recita questo verso fondamentale), insomma se continuano a rubarmi la mia identità, finisce che mi incazzo.
Di più, intendo.
Non lo dimentichiamo mai, che è la festa del Lavoro. Qualche giorno fa han provato a rompere i coglioni anche sul 25 aprile. Come se si potesse mai opinare sulla Liberazione...
Sembra proprio sempre più difficile mantenere viva la propria memoria storica, man mano che van via i nostri gloriosi "vecchi".
Sono figlia di un lavoratore sindacalista, nipote di un nonno anarchico e resistente, pronipote di garibaldini: quelli che fecero l'Italia, per intenderci.
W VERDI, a casa si ascoltava musica lirica a manetta in ricordo dei moti risorgimentali, e io ho iniziato a studiare canto da soprano. Altro che fesserie.
Poi che c'entra, papà ascoltata Armstrong, Bechet e Gillespie, sfido che ora canto il jazz. Con perfetta logica, da Puccini a Coltrane sempre pentatoniche sono.
E se continuano a fregarmi le mie radici, la mia Patria nel cuore, non la finta bandiera esposta per coprire la mafia di stato, bensì le insegne dell'anima, quelle fatte di rigore e poesia insieme, quelle di onestà di stomaco e fatti, quelle della Repubblica fondata sul lavoro (siamo l'unico paese la cui Costituzione recita questo verso fondamentale), insomma se continuano a rubarmi la mia identità, finisce che mi incazzo.
Di più, intendo.