giovedì, aprile 21, 2005
HABEMUS STADIUM
Il post l'avevo scritto ieri, anzi ormai l'altroieri, poi salvato prima di uscire per postarlo di notte. Poi airport mi ha fatto le bizze, ci ho penato un pò, infine sono andata a dormire sconsolata e senza tentare il normale collegamento, molto caotico, coi cavi ad attraversarmi il letto. Dunque:
Eccoci, a Roma improvvisamente tutte le campane si sono messe a suonare, io proprio non ci pensavo, come tanti, che sarebbe successo così presto.
Siamo usciti a grappoli per le strade, incredibile come tutti sappiano già tutto, ognuno commenta da un lato all'altro del marciapiede... Le radio e le televisioni sono accese ovunque, come nei giorni di partita. Io giro un pò per sentire l'aria che tira nella mia città: manco da così tanto tempo, e poi in effetti ancora dovrei elaborare il lutto, secondo la più elementare psicanalisi. Nei bar si parla del Tedesco come di un terzino antipatico, uno che fa i falli e poi manco gli danno il cartellino giallo. Sapete, a Roma non c'è mai stato un gran feeling coi Tedeschi, quelli che ancora dicono Ciofanni Paolo insomma, dal tempo della guerra. Poi si sa, si alzano le spalle, la partita qui in centro storico è già finita e si va a casa, speriamo non ci siano disordini all'uscita.
Ho acceso la tv rientrando, e invece ecco lo stadio di San Pietro gremito di tifosi con gli slogan e le bandiere, tanto che nemmeno il campanone si sentiva più. Urbi et Orbi, ci abbiamo il Papa con la scarsa autostima che dichiara subito che lui è inadeguato, meno male ci pensa Dio.
Hmmm...
Ratzinger à quello che è contrario alle terapie naturali, perché le paragona alle eresie: solo la Chiesa, e non la medicina, deve occuparsi dello Spirito. Ci ha fatto pure un'enciclica, ci ha fatto.
Guardo la piazza, la gente invasata, le bandiere tedesche sventolate, i crocifissi branditi dimenticando che tra le dita si stringe il corpo martoriato del Cristo in croce. Ratzi si prende le mani in gesto di vittoria invece di benedire i fedeli.
Non c'è proprio più religione.
Eccoci, a Roma improvvisamente tutte le campane si sono messe a suonare, io proprio non ci pensavo, come tanti, che sarebbe successo così presto.
Siamo usciti a grappoli per le strade, incredibile come tutti sappiano già tutto, ognuno commenta da un lato all'altro del marciapiede... Le radio e le televisioni sono accese ovunque, come nei giorni di partita. Io giro un pò per sentire l'aria che tira nella mia città: manco da così tanto tempo, e poi in effetti ancora dovrei elaborare il lutto, secondo la più elementare psicanalisi. Nei bar si parla del Tedesco come di un terzino antipatico, uno che fa i falli e poi manco gli danno il cartellino giallo. Sapete, a Roma non c'è mai stato un gran feeling coi Tedeschi, quelli che ancora dicono Ciofanni Paolo insomma, dal tempo della guerra. Poi si sa, si alzano le spalle, la partita qui in centro storico è già finita e si va a casa, speriamo non ci siano disordini all'uscita.
Ho acceso la tv rientrando, e invece ecco lo stadio di San Pietro gremito di tifosi con gli slogan e le bandiere, tanto che nemmeno il campanone si sentiva più. Urbi et Orbi, ci abbiamo il Papa con la scarsa autostima che dichiara subito che lui è inadeguato, meno male ci pensa Dio.
Hmmm...
Ratzinger à quello che è contrario alle terapie naturali, perché le paragona alle eresie: solo la Chiesa, e non la medicina, deve occuparsi dello Spirito. Ci ha fatto pure un'enciclica, ci ha fatto.
Guardo la piazza, la gente invasata, le bandiere tedesche sventolate, i crocifissi branditi dimenticando che tra le dita si stringe il corpo martoriato del Cristo in croce. Ratzi si prende le mani in gesto di vittoria invece di benedire i fedeli.
Non c'è proprio più religione.