domenica, marzo 27, 2005
HAPPY EASTER EV'RYBODY!
Sveglia alle 4, partenza alle 5 al canto generale di "the wonderful wizzard of Oz" sull'incredibile ed enorme van dei Donato, coi figli a guardare un film di animazione sullo schermo purtroppo davanti a me che sedevo dietro. Arrivo alle 6 a nord di Palm Beach. Joe imbraccia il sax soprano, e via a improvvisare sulla spiaggia insieme agli altri musicisti che erano gia' li' da un po'.
Una grande croce innalzata, decorata con stelle marine e fiori, e tutti nella magica attesa dell'alba della Pasqua. Grande energia, grande commozione, e delfini che saltano molto vicino alla riva, in mezzo a belle onde che si frangono schiumose e languide.
Un'attesa solenne, tutti a guardare diminuire l'ombra, a intuire come e dove e con che forma il sole sarebbe uscito dal mare. Momenti di lungo e intenso silenzio nelle improvvisazioni, aspettando il prossimo flusso di ispirazione.
Poi, mentre i raggi rosa e oro bucano il fondo del cielo, subito prima che appaia il grande disco rosso del sole, Joe intona Morning Has Broken di Cat Stevens.
Quando il sole e' finalmente ben visibile sullo sfondo di cielo e mare, viene suonata una lunga campana, e tutti ci alziamo e ci scambiamo gli auguri e grandi hugs. In un'atmosfera decisamente seventies, fra grandi gonne lunghe e casacche dipinte a palmeti e fiori, il gesto di pace assume sfumature dimenticate, e molto cuore, nell'ingenuita' dei partecipanti. Alle 7 si riparte, c'e' un rifresco nel giardino di un artista delle Bahamas che colleziona pezzi di roba vecchia e la ricompone, e la casa e' molto spiritosa, piena di oggetti incongrui e avvisi appesi per gioco: un pezzo di un relitto con la scritto SO LONG NO SEA e una vecchia macchina fotografica a soffietto che avvisa all'entrata SECURITY CAMERA, dopo aver oltrepassato un cartello che dice I'M ALWAYS HERE UNLESS I'M GONE.
I bambini piu' piccoli erano tutti sguinzagliati nel giardino in cerca delle uova colorate nascoste la sera prima dai genitori nei vasi e nelle aiuole. Correvano e si accucciavano con grandi cappelli di paglia e piccoli canestri rosa e verde pallido, visibilmente emozionati che il Coniglio di Pasqua avesse visitato i luoghi durante il loro sonno.
L'anno scorso, mi dicono, c'era sulla stessa spiaggia una intera congregazione di una Chiesa Battista e quindi nera che faceva un battesimo nell'acqua del mare, con tanto di inni, gospel e halleluyah a tutta randa. Quest'anno ci sono troppi squali, hanno rinunciato.
Bere Mimosa alle 8 del mattino, anche se accompagnata da numerosi pasticcini e uova sode, e' stata un'esperienza.
Una grande croce innalzata, decorata con stelle marine e fiori, e tutti nella magica attesa dell'alba della Pasqua. Grande energia, grande commozione, e delfini che saltano molto vicino alla riva, in mezzo a belle onde che si frangono schiumose e languide.
Un'attesa solenne, tutti a guardare diminuire l'ombra, a intuire come e dove e con che forma il sole sarebbe uscito dal mare. Momenti di lungo e intenso silenzio nelle improvvisazioni, aspettando il prossimo flusso di ispirazione.
Poi, mentre i raggi rosa e oro bucano il fondo del cielo, subito prima che appaia il grande disco rosso del sole, Joe intona Morning Has Broken di Cat Stevens.
Quando il sole e' finalmente ben visibile sullo sfondo di cielo e mare, viene suonata una lunga campana, e tutti ci alziamo e ci scambiamo gli auguri e grandi hugs. In un'atmosfera decisamente seventies, fra grandi gonne lunghe e casacche dipinte a palmeti e fiori, il gesto di pace assume sfumature dimenticate, e molto cuore, nell'ingenuita' dei partecipanti. Alle 7 si riparte, c'e' un rifresco nel giardino di un artista delle Bahamas che colleziona pezzi di roba vecchia e la ricompone, e la casa e' molto spiritosa, piena di oggetti incongrui e avvisi appesi per gioco: un pezzo di un relitto con la scritto SO LONG NO SEA e una vecchia macchina fotografica a soffietto che avvisa all'entrata SECURITY CAMERA, dopo aver oltrepassato un cartello che dice I'M ALWAYS HERE UNLESS I'M GONE.
I bambini piu' piccoli erano tutti sguinzagliati nel giardino in cerca delle uova colorate nascoste la sera prima dai genitori nei vasi e nelle aiuole. Correvano e si accucciavano con grandi cappelli di paglia e piccoli canestri rosa e verde pallido, visibilmente emozionati che il Coniglio di Pasqua avesse visitato i luoghi durante il loro sonno.
L'anno scorso, mi dicono, c'era sulla stessa spiaggia una intera congregazione di una Chiesa Battista e quindi nera che faceva un battesimo nell'acqua del mare, con tanto di inni, gospel e halleluyah a tutta randa. Quest'anno ci sono troppi squali, hanno rinunciato.
Bere Mimosa alle 8 del mattino, anche se accompagnata da numerosi pasticcini e uova sode, e' stata un'esperienza.