domenica, settembre 12, 2004
Razza in estinzione
"Pare che l'estinzione sia intrinseca all'evoluzione", scrive il matematico Mark Buchanan nel suo libro "Ubiquita'", che vi consiglio caldamente di leggere.
Nell'ipotetico paese piu' moderno del mondo, pullulano gli obesi, i malati, i junkies....
Non si cammina piu'.
Ci si imbottisce di medicinali e vitamine, e per mantenere alto il livello di sogno questo e' il minimo che si possa fare: non invecchiare, non sentire, non prendere coscienza.
Tenere accesi i motori, i ventilatori, le luci, e lasciar scorrere l'acqua.
Buttare tonnellate di materiale riciclabile ogni giorno, senza riciclarlo.
Cementificare, plastificare, imitare, clonare, modificare.
Si vive una vita rigorosamente al chiuso, con la temperatura fermamente regolata sui 15 gradi centigradi.
Socialita' zero, se non fosse per i party del fine settimana ad altissimo tenore alcoolico e analgesico, e bassissima moralita' generale.
Il cibo e' di plastica, l'acqua e' inquinata, i fiori e le piante appena li porti a casa dal supermercato perdono colore (mai visto succedere altrove).
Non esiste una cultura del "bello": non c'e' gusto nel vestire, nel mangiare, nell'arredare e nel costruire.
Non credo ci sia gusto nell'amicizia, nel legame, come direbbe la volpe al Piccolo Principe.
Non c'e' alcun gusto nella vita stessa, ovvio che si tenda a fuggirla.
In compenso si puo' riprofumare tutto con tutto (esistono spray profumati per vestiti gia' usati), e i colori sono sempre fantasticamente sgargianti come in una eterna estate dell'anima. Ma penso all'India e all'Africa, dove i colori esistono davvero, e le donne sono sempre belle, sempre intense e vere... Qui al colore manca la vita, e cosi' tutto mi appare orrendamente smorto anche quando fa a pugni con la luce (al neon).
Per quanto riguarda le occasioni di festeggiamento (di nuovo penso all'India e ai fiori nei capelli per andare al tempio, penso ai saree multicolori o alle grandi casacche africane coi disegni batik, nei raduni danzanti nella polvere e nel fango...), ci sono interi reparti nei supermercati, file e file di frasi gia' pronte su biglietti, carte, pacchi, torte e palloncini.
Non c'e' insomma bisogno di fare ALCUNO sforzo.
Smettiamo di pensare, gente.
Tanto e' evidente: se questo e' il nostro futuro, siamo gia' morti.
Nell'ipotetico paese piu' moderno del mondo, pullulano gli obesi, i malati, i junkies....
Non si cammina piu'.
Ci si imbottisce di medicinali e vitamine, e per mantenere alto il livello di sogno questo e' il minimo che si possa fare: non invecchiare, non sentire, non prendere coscienza.
Tenere accesi i motori, i ventilatori, le luci, e lasciar scorrere l'acqua.
Buttare tonnellate di materiale riciclabile ogni giorno, senza riciclarlo.
Cementificare, plastificare, imitare, clonare, modificare.
Si vive una vita rigorosamente al chiuso, con la temperatura fermamente regolata sui 15 gradi centigradi.
Socialita' zero, se non fosse per i party del fine settimana ad altissimo tenore alcoolico e analgesico, e bassissima moralita' generale.
Il cibo e' di plastica, l'acqua e' inquinata, i fiori e le piante appena li porti a casa dal supermercato perdono colore (mai visto succedere altrove).
Non esiste una cultura del "bello": non c'e' gusto nel vestire, nel mangiare, nell'arredare e nel costruire.
Non credo ci sia gusto nell'amicizia, nel legame, come direbbe la volpe al Piccolo Principe.
Non c'e' alcun gusto nella vita stessa, ovvio che si tenda a fuggirla.
In compenso si puo' riprofumare tutto con tutto (esistono spray profumati per vestiti gia' usati), e i colori sono sempre fantasticamente sgargianti come in una eterna estate dell'anima. Ma penso all'India e all'Africa, dove i colori esistono davvero, e le donne sono sempre belle, sempre intense e vere... Qui al colore manca la vita, e cosi' tutto mi appare orrendamente smorto anche quando fa a pugni con la luce (al neon).
Per quanto riguarda le occasioni di festeggiamento (di nuovo penso all'India e ai fiori nei capelli per andare al tempio, penso ai saree multicolori o alle grandi casacche africane coi disegni batik, nei raduni danzanti nella polvere e nel fango...), ci sono interi reparti nei supermercati, file e file di frasi gia' pronte su biglietti, carte, pacchi, torte e palloncini.
Non c'e' insomma bisogno di fare ALCUNO sforzo.
Smettiamo di pensare, gente.
Tanto e' evidente: se questo e' il nostro futuro, siamo gia' morti.
Comments:
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Come sai questa cosa del colore e di come la vita quotidiana sia intrisa dei colori dell'ambiente circostante è una fissa che ho da tempo, per cui mi permetto di citare una pagina del mio sito
http://www.exgregis.com/teorie%20frameset.htm
Poi parlando di libertà mi viene in mente Gaber:
"Si può, siamo liberi come l'aria,
si può, siamo noi che facciam la storia, si può,
libertà, libertà, libertà, libertà obbligatoria."
Un'altra citazione:
"John Lilly, the guy who says he can talk to dolphins, said he was in an aquarium and he was talking to a big whale who was swimming around and around in his tank. And the whale was asking him questions, telepathically. And one of the questions the qhale kept asking was:
Do all oceans have walls?"
Laurie Anderson from "Shadow Box" 1989
http://www.exgregis.com/teorie%20frameset.htm
Poi parlando di libertà mi viene in mente Gaber:
"Si può, siamo liberi come l'aria,
si può, siamo noi che facciam la storia, si può,
libertà, libertà, libertà, libertà obbligatoria."
Un'altra citazione:
"John Lilly, the guy who says he can talk to dolphins, said he was in an aquarium and he was talking to a big whale who was swimming around and around in his tank. And the whale was asking him questions, telepathically. And one of the questions the qhale kept asking was:
Do all oceans have walls?"
Laurie Anderson from "Shadow Box" 1989
Grazie Lo, le tue citazioni sono per me emozionanti e commoventi. Sei stato anche molto telepatico, o lo sono stata io, perche' come vedi ho anch'io citato di nuovo Gaber e la liberta'. Si vede che ci stava. Non ti avevo ancora letto, perche' stavo rimettendo a posto le ore di post che acc porc mis malediz mi sono accorta che erano passate p.m. anziche' a.m.
Che casino.
Gia' la mia vita e' confusa cosi' figuriamoci se mi disobbedisce il click e fa di testa sua proprio prima di andare su publish. Ah, Telematia!
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Che casino.
Gia' la mia vita e' confusa cosi' figuriamoci se mi disobbedisce il click e fa di testa sua proprio prima di andare su publish. Ah, Telematia!
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