lunedì, settembre 20, 2004
Mah.
Certo gli amici potevano aspettare a dimenticarmi, che fossi almeno partita.
Da ieri, o meglio ormai a quest'ora l'altroieri, latitanza europea assoluta. Al mio concerto per fortuna c'erano appunto i miei fan americani, perché se dovevo contare sui miei amici europei stavo fresca. Vabbè, ho pensato, in fondo questo è il mio lavoro: chiudo gli occhi e canto, e non ci penso che è il mio ultimo concerto qui a diecimila chilometri da casa. Va bééne va bééne va bééne, va bééne così, come direbbe Vasco.
Avevo scritto una mail a tutti per sapere chi veniva alla mia festa d'addio la sera di sabato, chi avesse cucinato cosa, e chi mi poteva aiutare con la macchina a far la spesa. Non che la festa non fosse stata annunciata già da due settimane... Ho anche chiesto se qualcuno sarebbe andato a far shopping al Mall per i regali, visto che tra una settimana parte anche Nicola, per esempio...
Ho pensato vabbè, dormono tutti, non l'ha letta nessuno... Plausibile.
...All'una chiamo Julien (avendo una figlia piccola era l'unico sveglio di sicuro), che mi dice ah sì la mail non l'ho letta, gli altri sono andati tutti al Mall a fare shopping...
Buongiorno.
Qui nessuno di noi possiede cellulari americani, quindi è come ai vecchi tempi: se non trovi nesssuno a casa non becchi nessuno fino a sera.
Io in più sono a piedi, di domenica non ci sono gli autobus e devo far la spesa per 15 persone. Direbbe Bridget Jones: telefonate ricevute 0, e-mail ricevute 0, dolci 73, alcolici 24, sigarette 91, fidanzati 0, kg in più sulla bilancia improvvisamente quest'oggi da un minuto all'altro 12; m.m.m.
Molto bene, invece: della serie (amara) chi fa da sé fa per tre, mi organizzo con Betsy, che gentilmente si offre di accompagnarmi e venirmi a riprendere al Mall dopo un paio d'ore, e di aspettarmi con la macchina fuori dai vari supermercati dove devo far la spesa.
Beh, devo dire che arrivata al Mall quando di sicuro tutti lo stavano lasciando, come dire, mi ha fatto venire su un magone abbastanza pesante, e hai voglia a respirare profondamente e a dire non è niente, è solo un caso, dài non ci pensare...
...Non è un caso: appena si diventa un pò più amici, ecco che si danno tante cose per scontate, prima fra tutte che l'amico non ci resta male se gli altri lo mollano lì a piedi quando avrebbe bisogno di parecchie cose, tra cui almeno un passaggio e sapere che si mangia stasera.
In fondo, stasera era la mia festa d'addio...
Insomma, ho fatto i miei acquisti con la maggior calma possibile, anche se qui far regali è invece praticamente impossibile e quindi mi sono subito arrabbiata perché di americano non c'è nulla, e quello che c'è ne sono pieni i negozi di tutto il mondo.
Che cavolo gli compro a mio cugino Giulio?
Qualche cosa buffa o carina per una donna si trova sempre, ma oddìo che gli compro a... e giù una sfilza di nomi maschili sulla mia lista, e nessun nome di regalo accanto. Tristezza doppia.
Com'è come non è, qualcosa ho poi trovato, e ho deciso finalmente di fare una pausa sulla piazza del centro commerciale (sì sì come al solito: rimbombi e aria condizionata, piante semifinte, eleganti ponti di mattonelle su finti ruscelli, finte cascate, finti getti d'acqua gorgoglianti).
Faccio prima un giro di perlustrazione per vedere cosa c'è di mangiabile, ed è veramente dura. Faccio un secondo giro, tante volte... Macché. Opto per una specie di tortilla con verdure che puntualmente mi verrà servita con qualcosa che non so, e che stavolta si rivelerà nella forma di un contorno (perché mai si contorna un PANINO con delle PATATINE?) di patatine fritte arrotolate in graziosi trucioli oleosi e fumanti.
Prima di questa avventura passo in bagno, mi lavo lentamente le mani pensando al triste pasto che mi aspetta. Uso ovviamente anche la toilette, e per usarla chiudo la porta, è ovvio. Gli occhi mi vanno allora su una pubblicità appesa proprio lì che sulle prime non comprendo, allora mentalmente la rileggo più volte, come aumentando di volume... Dice, folgorante:
TAKE BACK YOUR INDEPENDENCY.
Ah, già. Ci si mette anche Dio, adesso, come se non bastasse.
Certo che riprendo la mia indipendenza. Non faccio altro da anni, ho una certa esperienza nel settore. Preparerò la festa senza battere ciglio. Tanto vengono tutti i miei musicisti, compreso Harold che ho ritrovato dopo tutto questo tempo, e Allen, il nostro fonico, che adoro. E Tom, che anche lui è una fantastica persona.
Torno a casa dopo un paio di passaggi al supermercato (zucchine e basilico, feta e noci, pasta original De Cecco e pomodori pelati mica li posso comprare da Kroger!), e finalmente mi spalmo 15 mn sul letto, esausta.
Betsy, ci sono messaggi in segreteria? I'll go check my mail, if you don't mind... Qualcuno ha telefonato?
Niente, nessuno. Solo Tom stamattina, e ora Lucia che risponde alla mail e che tanto anche lei è a piedi e non può far nulla come me. Lei ieri è stata avvisata troppo tardi che nessuno sarebbe venuto al concerto, altrimenti poteva venire con me e Tom. Stasera è stata addirittura dimenticata a casa... Sarà mica che oltre alla misura del reggiseno condividiamo anche una certa innata trasparenza(non del reggiseno, cretini)?
Va bene, va tutto molto bene.
Mi lancio in bagno a pulire il lavandino con la superschiuma lavante, faccio sparire i mille oggettucoli radunati in equilibrio instabile un pò ovunque, raggiungo i fornelli alle 18 e 10 in punto, e comincio la mia opera.
Alle 19, ora precisa dell'inizio della festa (infatti i primi invitati americani erano già arrivati) telefona Nicola. Dov'eri, è tutto il giorno che ti cerco!
Rispondo a monosillabi, ma penso in realtà "non diciamo fesserie". Nicola abita a 500 metri da casa mia, e inoltre hanno inventato le segreterie telefoniche proprio per lasciarci i messaggi, guarda un pò...
Quick, send in the clowns, va tutto bene, sto preparando, arrivano un pò tutti, Alfredo e Nicola si mettono volenterosamente al lavoro, io ho la testa infilata nel mio sugo di verdure, e doso compulsivamente ogni ingrediente.
La pasta viene un capolavoro, sono tutti contenti, evviva, ciao, brindisi, arrivederci.
La mail, a un certo punto del giorno, l'hanno letta.
Secondo voi, qualcuno durante la serata ha avuto la faccia di chiedermi se al Mall c'ero poi stata, e come? Sarebbe stata la cosa più naturale del mondo, e sarebbe finita lì. Qualcuno ha forse menzionato, così en passant, che c'era stato lui?
Sulla giornata trascorsa, invece, una decisa omertà.
Va bééne va bééne va bééne... Parto fra 37 ore.
Da ieri, o meglio ormai a quest'ora l'altroieri, latitanza europea assoluta. Al mio concerto per fortuna c'erano appunto i miei fan americani, perché se dovevo contare sui miei amici europei stavo fresca. Vabbè, ho pensato, in fondo questo è il mio lavoro: chiudo gli occhi e canto, e non ci penso che è il mio ultimo concerto qui a diecimila chilometri da casa. Va bééne va bééne va bééne, va bééne così, come direbbe Vasco.
Avevo scritto una mail a tutti per sapere chi veniva alla mia festa d'addio la sera di sabato, chi avesse cucinato cosa, e chi mi poteva aiutare con la macchina a far la spesa. Non che la festa non fosse stata annunciata già da due settimane... Ho anche chiesto se qualcuno sarebbe andato a far shopping al Mall per i regali, visto che tra una settimana parte anche Nicola, per esempio...
Ho pensato vabbè, dormono tutti, non l'ha letta nessuno... Plausibile.
...All'una chiamo Julien (avendo una figlia piccola era l'unico sveglio di sicuro), che mi dice ah sì la mail non l'ho letta, gli altri sono andati tutti al Mall a fare shopping...
Buongiorno.
Qui nessuno di noi possiede cellulari americani, quindi è come ai vecchi tempi: se non trovi nesssuno a casa non becchi nessuno fino a sera.
Io in più sono a piedi, di domenica non ci sono gli autobus e devo far la spesa per 15 persone. Direbbe Bridget Jones: telefonate ricevute 0, e-mail ricevute 0, dolci 73, alcolici 24, sigarette 91, fidanzati 0, kg in più sulla bilancia improvvisamente quest'oggi da un minuto all'altro 12; m.m.m.
Molto bene, invece: della serie (amara) chi fa da sé fa per tre, mi organizzo con Betsy, che gentilmente si offre di accompagnarmi e venirmi a riprendere al Mall dopo un paio d'ore, e di aspettarmi con la macchina fuori dai vari supermercati dove devo far la spesa.
Beh, devo dire che arrivata al Mall quando di sicuro tutti lo stavano lasciando, come dire, mi ha fatto venire su un magone abbastanza pesante, e hai voglia a respirare profondamente e a dire non è niente, è solo un caso, dài non ci pensare...
...Non è un caso: appena si diventa un pò più amici, ecco che si danno tante cose per scontate, prima fra tutte che l'amico non ci resta male se gli altri lo mollano lì a piedi quando avrebbe bisogno di parecchie cose, tra cui almeno un passaggio e sapere che si mangia stasera.
In fondo, stasera era la mia festa d'addio...
Insomma, ho fatto i miei acquisti con la maggior calma possibile, anche se qui far regali è invece praticamente impossibile e quindi mi sono subito arrabbiata perché di americano non c'è nulla, e quello che c'è ne sono pieni i negozi di tutto il mondo.
Che cavolo gli compro a mio cugino Giulio?
Qualche cosa buffa o carina per una donna si trova sempre, ma oddìo che gli compro a... e giù una sfilza di nomi maschili sulla mia lista, e nessun nome di regalo accanto. Tristezza doppia.
Com'è come non è, qualcosa ho poi trovato, e ho deciso finalmente di fare una pausa sulla piazza del centro commerciale (sì sì come al solito: rimbombi e aria condizionata, piante semifinte, eleganti ponti di mattonelle su finti ruscelli, finte cascate, finti getti d'acqua gorgoglianti).
Faccio prima un giro di perlustrazione per vedere cosa c'è di mangiabile, ed è veramente dura. Faccio un secondo giro, tante volte... Macché. Opto per una specie di tortilla con verdure che puntualmente mi verrà servita con qualcosa che non so, e che stavolta si rivelerà nella forma di un contorno (perché mai si contorna un PANINO con delle PATATINE?) di patatine fritte arrotolate in graziosi trucioli oleosi e fumanti.
Prima di questa avventura passo in bagno, mi lavo lentamente le mani pensando al triste pasto che mi aspetta. Uso ovviamente anche la toilette, e per usarla chiudo la porta, è ovvio. Gli occhi mi vanno allora su una pubblicità appesa proprio lì che sulle prime non comprendo, allora mentalmente la rileggo più volte, come aumentando di volume... Dice, folgorante:
TAKE BACK YOUR INDEPENDENCY.
Ah, già. Ci si mette anche Dio, adesso, come se non bastasse.
Certo che riprendo la mia indipendenza. Non faccio altro da anni, ho una certa esperienza nel settore. Preparerò la festa senza battere ciglio. Tanto vengono tutti i miei musicisti, compreso Harold che ho ritrovato dopo tutto questo tempo, e Allen, il nostro fonico, che adoro. E Tom, che anche lui è una fantastica persona.
Torno a casa dopo un paio di passaggi al supermercato (zucchine e basilico, feta e noci, pasta original De Cecco e pomodori pelati mica li posso comprare da Kroger!), e finalmente mi spalmo 15 mn sul letto, esausta.
Betsy, ci sono messaggi in segreteria? I'll go check my mail, if you don't mind... Qualcuno ha telefonato?
Niente, nessuno. Solo Tom stamattina, e ora Lucia che risponde alla mail e che tanto anche lei è a piedi e non può far nulla come me. Lei ieri è stata avvisata troppo tardi che nessuno sarebbe venuto al concerto, altrimenti poteva venire con me e Tom. Stasera è stata addirittura dimenticata a casa... Sarà mica che oltre alla misura del reggiseno condividiamo anche una certa innata trasparenza(non del reggiseno, cretini)?
Va bene, va tutto molto bene.
Mi lancio in bagno a pulire il lavandino con la superschiuma lavante, faccio sparire i mille oggettucoli radunati in equilibrio instabile un pò ovunque, raggiungo i fornelli alle 18 e 10 in punto, e comincio la mia opera.
Alle 19, ora precisa dell'inizio della festa (infatti i primi invitati americani erano già arrivati) telefona Nicola. Dov'eri, è tutto il giorno che ti cerco!
Rispondo a monosillabi, ma penso in realtà "non diciamo fesserie". Nicola abita a 500 metri da casa mia, e inoltre hanno inventato le segreterie telefoniche proprio per lasciarci i messaggi, guarda un pò...
Quick, send in the clowns, va tutto bene, sto preparando, arrivano un pò tutti, Alfredo e Nicola si mettono volenterosamente al lavoro, io ho la testa infilata nel mio sugo di verdure, e doso compulsivamente ogni ingrediente.
La pasta viene un capolavoro, sono tutti contenti, evviva, ciao, brindisi, arrivederci.
La mail, a un certo punto del giorno, l'hanno letta.
Secondo voi, qualcuno durante la serata ha avuto la faccia di chiedermi se al Mall c'ero poi stata, e come? Sarebbe stata la cosa più naturale del mondo, e sarebbe finita lì. Qualcuno ha forse menzionato, così en passant, che c'era stato lui?
Sulla giornata trascorsa, invece, una decisa omertà.
Va bééne va bééne va bééne... Parto fra 37 ore.