\\ Home : Life in motion : Stampa
Come intendo il nostro lavoro corale
Di Fabrizia (del 03/04/2006 @ 00:04:00, in Vocal Coaching/Lezioni di Canto, linkato 1702 volte)
KEVIN KELLY
OUT OF CONTROL
La nuova biologia delle macchine, dei sistemi sociali e dell’economia globale
Ed.URRA

Dal capitolo 24:

“Dal niente la natura costruisce qualcosa.
All’inizio c’è un pianeta completamente roccioso; poi c’è la vita, in grande quantità. All’inizio colline aride; poi torrenti con pesci e code di gatto, e uccelli variopinti. All’inizio una ghianda; poi un querceto.
Mi piacerebbe poterlo fare. All’inizio un pezzo di metallo; poi un robot. All’inizio qualche circuito; poi una mente. Prima qualche antico gene; poi un dinosauro.
Come si fa a costruire qualcosa dal niente? Anche se la natura conosce il trucco, noi non siamo riusciti a imparare molto osservandola. Abbiamo imparato di più dai nostri errori nella creazione di organismi complessi e mettendo insieme queste lezioni con piccoli successi nell’imitazione e nella comprensione dei sistemi naturali. Quindi, partendo dalle frontiere dell’informatica, dai confini della ricerca biologica e dagli aspetti bizzarri della sperimentazione interdisciplinare, ho compilato Le nove leggi di Dio che governano la maturazione di qualcosa, di vario genere, dal niente.
  1. Distribuisci l’essere
  2. Esercita il controllo dal basso verso l’alto
  3. Coltiva risultati crescenti
  4. Costruisci pezzo per pezzo
  5. Massimizza gli elementi marginali
  6. Onora i tuoi errori
  7. Non cercare la perfezione: cerca di avere obiettivi molteplici
  8. Persegui il costante squilibrio
  9. Il cambiamento cambia se stesso.

Le nove leggi sono i princìpi organizzativi che si possono osservare in funzione in sistemi così diversi come l’evoluzione biologica e i prodotti della simulazione (SimCity). Naturalmente non intendo sostenere che queste siano le uniche norme necessarie per costruire qualcosa dal niente; ma, da molte osservazioni accumulate nella scienza della complessità, questi princìpi sono le caratteristiche generali più ampie, più brillanti e più rappresentative. Sono convinto che si possa andare molto lontano nel ruolo di creatore attenendosi a queste nove leggi.

Distribuisci l’essere. Lo spirito di un alveare, il comportamento di un sistema economico, la mente di un supercomputer e la vita che c’è in noi sono distribuiti in una moltitudine di unità più piccole (che possono essere a loro volta distribuite). Quando la somma delle parti può ammontare a più del valore delle singole parti, allora quella parte di essere in più (che rappresenta il qualcosa dal niente) è distribuita tra le parti. Ogni volta che siamo di fronte a qualcosa che nasce dal niente, si tratta di qualcosa che sorge da un campo di molte parti più piccole che interagiscono tra loro. Tutti i misteri che consideriamo più interessanti – la vita, l’intelligenza, l’evoluzione – si trovano nel terreno dei grandi sistemi distribuiti.

Esercita il controllo dal basso verso l’alto. Quando tutto è collegato a tutto in una rete distribuita, tutto accade simultaneamente. Quando tutto accade simultaneamente, i problemi vasti e veloci ruotano semplicemente intorno a una qualsiasi autorità centrale. Per questo motivo il controllo generale deve provenire dai più umili atti interdipendenti eseguiti localmente, in maniera parallela, e non da un comando centrale. Una moltitudine può governare se stessa, e nel luogo del cambiamento rapido, massiccio ed eterogeneo, solo una moltitudine può governare. Per ottenere qualcosa dal niente, il controllo deve fermarsi sul fondo con umiltà.

Coltiva risultati crescenti. Ogni volta che si utilizza un’idea, una lingua o una capacità la si potenzia, la si rafforza e la si rende più facilmente utilizzabile successivamente. Questo principio è noto come feedback positivo o effetto a valanga. Il successo porta successo. Anche nei Vangeli viene trattata questa sorta di dinamica sociale. Qualsiasi cosa che modifica il suo ambiente per aumentare la produzione di se stessa mette in atto il processo dei risultati crescenti. E tutti i grandi sistemi autonomi lo attuano. La legge opera in campo economico, biologico, informatico e nella psicologia umana. La vita sulla Terra modifica la Terra per produrre più vita. La fiducia costruisce la fiducia. L’ordine genera ordine maggiore. Coloro che hanno, avranno.

Costruisci pezzo per pezzo. L’unico modo per costruire un sistema complesso che funzioni è quello di partire da un sistema semplice che funzioni. Tentativi di installare istantaneamente organizzazioni complesse – come l’intelligenza o un’economia di mercato – senza farle crescere gradualmente, sono destinati inevitabilmente al fallimento. Per mettere insieme una prateria occorre tempo, anche se si hanno tutti i pezzi necessari. Il tempo è necessario perché ogni parte possa provare se stessa nei confronti delle altre. La complessità viene creata assemblandola in maniera crescente da moduli semplici che possono funzionare in maniera indipendente.

Massimizza gli elementi marginali. La creazione del mondo sta nell’eterogeneità. Un’entità uniforme deve adattarsi al mondo attraverso occasionali rivoluzioni dirompenti, una delle quali è destinata sicuramente a distruggerlo. Una diversa entità eterogenea, invece, può adattarsi al mondo attraverso un migliaio di microrivoluzioni quotidiane, rimanendo in uno stato di agitazione permanente, ma mai fatale. La diversità favorisce i conflitti remoti, le periferie, gli angoli nascosti, i momenti di caos e i gruppi isolati. Nei modelli economici, ecologici, evolutivi e istituzionali, un salutare elemento marginale accelera l’adattamento, aumenta la flessibilità ed è quasi sempre la fonte delle innovazioni.

Onora i tuoi errori. Un trucco funzionerà solo per un attimo, finché tutti gli altri lo scoprono. Per progredire dall’ordinario occorre un nuovo gioco oppure un nuovo campo d’azione. Ma il processo di uscire dal metodo, dal gioco o dal territorio convenzionale non è distinguibile a prima vista dall’errore. Anche l’atto più brillante del genio umano, in ultima analisi, è un atto formato da prove ed errori. “To be an error and to be cast out is a part of God’s design” (essere un errore ed essere gettato via fa parte del disegno divino), scrisse il poeta visionario William Blake. L’errore, sia casuale che deliberato, deve diventare parte integrante di ogni processo creativo. L’evoluzione può essere pensata come controllo sistematico dell’errore.

Non cercare la perfezione: cerca di avere obiettivi molteplici. Le macchine semplici possono essere efficienti, ma i macchinari complessi di tipo adattativo non possono esserlo. Una struttura complicata deve rispondere a molti padroni e non può servirne nessuno in maniera esclusiva. Piuttosto che cercare di ottenere l’ottimizzazione di ogni funzione, un grande sistema può solamente sopravvivere soddisfacendo, almeno parzialmente, una moltitudine di funzioni. Ad esempio un sistema adattativo deve stabilire se sfruttare un percorso positivo già conosciuto (ottimizzare una strategia corrente), oppure stanziare delle risorse per esplorare nuove strade (sprecando così energia nello sperimentare metodi meno efficienti). Sono così varie le tendenze mescolate in qualsiasi entità complessa che è impossibile distinguere i veri motivi della sua sopravvivenza. La sopravvivenza è un obiettivo multiforme. La maggior parte degli organismi viventi è così multiforme da costituire variazioni brusche che casualmente funzionano, piuttosto che risultati precisi dell’insieme di proteine, geni e organi. Nel creare qualcosa dal niente occorre dimenticare l’eleganza; una cosa è bella se funziona.

Persegui il costante squilibrio. Né la costanza né il cambiamento inesorabile saranno sostegni adeguati per una creazione. Una buona creazione, come della buona musica jazz, deve bilanciare una formula stabile con frequenti note improvvisate. L’equilibrio è la morte. Tuttavia, a meno che un sistema non si stabilizzi in un punto di equilibrio, non sarà meglio di un’esplosione e cesserà altrettanto presto. Il niente, allora, è sia equilibrio che squilibrio. Qualcosa è squilibrio persistente: uno stato costante di permanenza sul confine tra la necessità di non fermarsi e quella di non cadere, come un surfista che cavalca l’onda. Cercare di insediarsi su questa soglia instabile è il Sacro Graal ancora misterioso della creazione e la ricerca di ogni aspirante creatore.

Il cambiamento cambia se stesso. Il cambiamento può essere strutturato; questo è ciò che fanno i grandi sistemi complessi: coordinano il cambiamento. Quando sistemi estremamente grandi vengono costruiti partendo da sistemi complicati, allora ogni sistema comincia a far sentire il suo influsso e infine porta alla variazione dell’organizzazione degli altri sistemi. Vale a dire che, se le regole del gioco sono stabilite dal basso verso l’alto, allora è probabile che forze che interagiscono al livello inferiore modificheranno le regole del gioco, mentre il gioco procede. Nell’arco del tempo, le regole del cambiamento vengono esse stesse cambiate.

L’evoluzione – nel senso comune del termine – riguarda il modo in cui un’entità viene cambiata lungo il corso del tempo. L’evoluzione più profonda – come potrebbe essere formalmente definita – riguarda il modo in cui le regole per il cambiamento delle entità cambiano lungo il corso del tempo. Per ottenere il massimo dal niente, occorrono regole che cambiano se stesse.
Questi nove princìpi sostengono la meravigliosa laboriosità delle praterie, dei fenicotteri, delle foreste di cedri, dei globi oculari, della selezione naturale nel tempo geologico, e la comparsa di un piccolo di elefante da un minuscolo seme di cellula uovo e sperma di elefante.
Questi stessi princìpi di bio-logica vengono impiantati nei microprocessori dei computer, nelle reti elettroniche di comunicazione, nei moduli dei robot, nelle ricerche farmaceutiche, nella progettazione dei software e nella direzione delle grandi società, affinché questi sistemi artificiali possano sottomettere la loro stessa complessità.
Quando Techne viene animata da Bios, si ottengono artefatti che sono adattabili, che apprendono e che evolvono. Quando la nostra tecnologia si adatta, apprende ed evolve, allora ci troviamo di fronte a una civiltà neo-biologica.”